Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 29 aprile 2025
 
Liturgia
 

E ora anche i laici possono officiare i funerali religiosi

29/04/2018 

«Quella che sembrava essere solo un’ipotesi per il futuro», scrive Paolo Rodari su la Repubblica del 15-2-2017, «è divenuta realtà. La diocesi di Bolzano-Bressanone permetterà, di qui in avanti, che a officiare i funerali siano non soltanto preti e diaconi ma anche uomini e donne debitamente preparati». Su questo tema abbiamo chiesto all’esperto.

Già cinque anni fa il vescovo di Bolzano-Bressanone ipotizzava il rito delle esequie guidato da laici. L’argomento è stato recentemente ripreso di fronte alla crescente emergenza costituita dalla scarsità di ministri ordinati. Si prevede, infatti, che nella suddetta diocesi, nei prossimi venti anni, i sacerdoti si ridurranno da 177 a 50. Si è deciso, pertanto, di istituire un corso di formazione per laici capaci di accostarsi al dolore, di preparare e guidare i funerali, quando necessario. Si tratta dell’applicazione di una norma prevista dal Rituale fin dal 1969, dove si legge: «Le esequie nella liturgia della Parola possono essere celebrate dal diacono. Se la necessità pastorale lo esige, la Conferenza episcopale può, con il consenso della Sede apostolica, designare anche un laico» (n. 19). È già prevista, ed è abbastanza diffusa, la prassi di affidare a un ministro laico i riti previsti nella casa del defunto e al cimitero e per la veglia di preghiera. In tanti Paesi europei, dove la scarsità del clero ci ha preceduto, e in terra di missione, già da anni sono i laici, debitamente preparati, che guidano il rito delle esequie. Rito che appartiene al genere delle benedizioni, dove la ministerialità laica è molto ampia. Lo stesso Benedizionale afferma che, oltre ai ministri ordinati e istituiti, «anche altri laici, uomini e donne, in forza del sacerdozio comune, di cui sono stati insigniti nel battesimo e nella confermazione, possono celebrare alcune benedizioni con il rito e il formulario per essi previsto» (n. 18). Ritengo che un certo stupore sia causato dal fatto che, per lungo tempo, i laici siano stati considerati come semplici fruitori di servizi religiosi; e, soprattutto, dal fatto che in questi ultimi cinquant’anni ci siamo abituati a identificare il funerale con la messa. Il che non è affatto corretto, sebbene la celebrazione eucaristica costituisca la più alta forma di suffragio, ma«possono presentarsi situazioni pastorali nelle quali è opportuno, o addirittura doveroso, tralasciare la celebrazione della messa» (Precisazioni Cei n. 2). Giustamente il direttore dell’ufficio pastorale della diocesi di Bolzano ha dichiarato: «Si tratta di un corso che va in avanscoperta; ora vediamo qual è la richiesta e il bisogno effettivo che si ha sul territorio».

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
2

Stai visualizzando  dei 2 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo