«La figlia del re, giocando con una delle sue cameriere, le guardò la mano e, dopo aver contato le dita, esclamò: “Come! Anche voi avete cinque dita come me?”. E le ricontò per sincerarsene».
Così lo scrittore Nicolas Chamfort, vissuto in Francia nel Settecento, era solito spiegare il concetto di disuguaglianza che affliggeva la società dell’epoca e che sarebbe poi sfociato nella Rivoluzione francese. Da allora sono trascorsi alcuni secoli, ma il tema è rimasto all’ordine del giorno, entrando con forza nell’agenda mondiale. Non a caso, Obama lo ha identificato come una priorità, mentre l’economista francese Thomas Piketty, autore del libro Il capitale del XXI secolo, avverte: «La disuguaglianza estrema è un pericolo per la tenuta delle istituzioni democratiche. L’America è più soggetta a questo rischio e in Europa dobbiamo stare attenti».
UNA LOTTA CONTRO LE DISUGUAGLIANZE
È su questa scia che a Verona riparte il progetto Diritti per le nostre strade, giunto alla seconda edizione e quest’anno dedicato proprio alla lotta contro le disuguaglianze e le guerre tra poveri.
L’avvio dell’iniziativa è il 20 febbraio, in occasione della Giornata internazionale della giustizia sociale: alle 17 in piazza dei Signori è possibile partecipare a flash mob, letture ad alta voce, performance, per poi proseguire, alle 18.30 nella chiesetta di Santa Maria in Chiavica, con il reading musicale Noise of revolution, a cura del Collettivo sperimentale improvvisazione sonora.
RIPENSARE L’ACCOGLIENZA
Il progetto, finanziato dal Centro servizi per il volontariato nell’ambito del bando Reti per la sussidiarietà, è stato promosso da Aquiloni onlus, Associazione per la pace tra i popoli, Ripresa responsabile, Self help-San Giacomo, Self help cooperativa sociale, Energie sociali, Corte dei miracoli, Mama danza teatro, InTransiti, Le fate, D-Hub, Radio popolare di Verona, Tambien, con il sostegno di Rete degli studenti medi, Banca etica, Libera, Cgil, Emergency, Rete Radié Resch.
La responsabile di Aquiloni onlus Annamaria Romito focalizza, all’interno della lotta alle disuguaglianze sociali, il concetto di «accoglienza nei confronti di chi è costretto a lasciare la propria terra. Perché accoglienza non è solo dare un piatto caldo e un posto letto, ma è relazione, reciprocità, conoscenza. È superare l’idea del “permesso” di soggiorno, per lasciare il posto al “diritto” di soggiorno, all’interno di regole precise e condivise, oltre le logiche della beneficenza e del buonismo».
IL SUCCESSO DELLA PRECEDENTE EDIZIONE
«Abbiamo deciso di proseguire il nostro impegno perché l’edizione del 2015, incentrata sui diritti in vari contesti, come carcere, lavoro, scuola, finanza, ha ottenuto risultati positivi», spiega il responsabile del progetto Giovanni Ceriani. E i numeri lo dimostrano: 13 conferenze realizzate, 5 laboratori, 9 eventi. In totale, 89 incontri e oltre mille presenze. In più, riunioni, newsletter, mail di aggiornamento. Tutto è poi confluito nella stesura del Manifesto dei diritti, documento programmatico che contiene i principi fondativi.
Ora è, dunque, tempo di riprendere la sfida, continuando a promuovere i valori di uguaglianza, giustizia, libertà. Per restare umani, come diceva il giornalista Vittorio Arrigoni.