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martedì 17 settembre 2024
 
 

E ora l'operazione smantellamento

18/09/2013 

 “Mando un bacio a mia moglie e vado a dormire. Pochi Paesi al mondo avrebbero potuto mettere insieme tanta elettronica e acciaio in così poco tempo per un'operazione di queste dimensioni. Tutto il team è molto orgoglioso di ciò che abbiamo fatto” ha detto alle quattro del mattino di oggi Nick Sloane, il sudafricano che ha diretto le operazioni di rimessa in asse della “Costa Concordia”, accolto come un eroe dagli abitanti del Giglio che lo hanno atteso al porto.  

Gli studi e i calcoli durati mesi hanno trovato una perfetta rispondenza nel momento della realizzazione. “È stata la vittoria di una squadra pubblico-privato. Non c’è mai stato un uomo solo al comando, ma una squadra che ha lavorato con comunione di intenti” ha sottolineato il Capo della Protezione Civile Franco Gabrielli.   Dopo 19 ore di lavoro è terminata l’operazione di parbuckling, avviata alle 9 di ieri: il relitto della Costa Concordia è stato riportato in posizione verticale dopo una rotazione di 65 gradi e poggia ora su sei piattaforme subacquee di acciaio, che sono state appositamente posizionate per creare una base stabile per il relitto. Al momento i tecnici stanno studiando il danno alla fiancata di dritta che è di notevole entità, ma minore di quello temuto.   Il relitto verrà stabilizzato per sopportare l’inverno e saranno collocati i cassoni nella fiancata di dritta. Seguirà la fase di rigalleggiamento della nave e le operazioni saranno concluse quando la nave lascerà l’Isola del Giglio, possibilmente nella prossima primavera. Trattandosi di un rifiuto è la Regione Toscana che deve deciderne la destinazione.

Piombino è il porto candidato naturale in quanto è il più vicino e perché le acciaierie consentirebbero di riciclare immediatamente l'acciaio del relitto, ma purtroppo il pescaggio attuale del porto è insufficiente e per questo si è candidata Palermo e non si esclude di portarla in Turchia.   “Siamo convinti che la scelta migliore per lo smaltimento sia quella del porto più vicino, attrezzato a questo scopo. Questa potrebbe essere l’occasione per creare subito un polo attrezzato, all'avanguardia nel Mediterraneo e in linea con le misure richieste dalla recente normativa comunitaria, per rottamare le grandi navi secondo tecniche innovative rispettose dell'ambiente e della salute degli operai, così da contribuire anche a cancellare la vergogna mondiale delle rottamazioni a buon mercato in India” ha detto il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza.

 “Riterremo conclusa l'operazione quando la nave lascerà l'isola del Giglio” afferma Franco Porcellacchia, responsabile dell'operazione di rimozione per Costa Crociere, che fa notare come il progetto abbia un'ingegneria totalmente italiana, e a lavorarci sia stato il consorzio italo-americano Titan-Micoperi.   Il premier Enrico Letta ha telefonato a Gabrielli per ringraziare quelli che hanno operato, dicendosi “orgogliosamente soddisfatto per un'opera che ha visto la squadra Italia protagonista”. Soddisfatti anche gli ambientalisti che, insieme ai gigliesi, tirano ora un sospiro di sollievo per lo scongiurato sversamento del carburante e delle acque grigie e nere, liquidi aspirati via mesi fa.   Che fine faranno però tutti gli altri possibili inquinanti? Stando all'inventario redatto dalla stessa Costa Crociere il relitto dovrebbe contenere 600 chili di grasso per motori, 350 chili di smalti, 300 litri di pittura e poi composti del cloro e collanti in quantità non definite. “Sappiamo di un efficace sistema di “contenimento” intorno al relitto, ma rilasci in profondità (noti peraltro dal marzo 2012) sono praticamente incontenibili. Le barriere utilizzate, infatti, non pescano oltre i cinque metri di profondità” commenta Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace. Intanto è stato avviato anche lo studio per la ricerca dei due dispersi nel naufragio della Concordia, ma per iniziare la missione si attende che sia garantita la sicurezza degli operatori.

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