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martedì 08 ottobre 2024
 
Il punto sull’epidemia
 

Ebola, il contagio si allarga a tre Paesi

11/07/2014  Più di 500 casi, oltre 330 vittime. Ebola ora ha oltrepassato i confini della Guinea e ha fatto la sua comparsa in Sierra Leone e Liberia. Ecco un resoconto della situazione dello staff di Medici senza frontiere.

Ebola continua a diffondersi in Guinea, Sierra Leone e Liberia. Tenere l’epidemia sotto controllo richiederà un massiccio dispiegamento di risorse da parte dei governi dell’Africa occidentale e delle organizzazioni umanitarie. È quanto sostiene Medici Senza Frontiere (Msf), l’unico organismo umanitario internazionale che sta intervenendo nelle aree colpite dall’epidemia.

Msf lancia un grido d’allarme: «Abbiamo raggiunto il limite nella capacità d’azione delle nostre équipe», dice. Pazienti affetti da ebola sono stati identificati in più di 60 località dei tre Paesi coinvolti e questo complica gli sforzi per trattare i pazienti e limitare l’epidemia.

«L’epidemia è fuori controllo», spiega il dottor Bart Janssens, direttore delle operazioni per Msf. «Con la comparsa di nuovi focolai in Guinea, Sierra Leone e Liberia c’è il reale rischio che l’epidemia si diffonda in altre aree. Siamo arrivati a più di 500 casi confermati e più di 300 vittime. La situazione epidemica non ha precedenti».

Il virus può uccidere fino al 90% delle persone infette. Dall’inizio dell’epidemia, a marzo, le sue equipe hanno trattato circa 470 pazienti – tra cui 215 casi confermati – in centri specializzati allestiti nella regione. Ma oggi l’organizzazione medico-umanitaria si trova in difficoltà nel rispondere all’emergenza a causa dell’alto numero di nuovi casi e località.

Per questo continua l’azione di raccolta fondi avviata a inizio epidemia attraverso il proprio Fondo Emergenze. Per contribuire: www.msf.it/emergenzaebola, numero verde 800-99-66-55, conto corrente postale n. 87486007.

Secondo gli ultimi dati dell’Oms ci sono stati 528 casi e 337 decessi dall’inizio dell’epidemia. È la prima volta che in questa regione si diffonde l’ebola: le comunità locali hanno ancora paura della malattia e guardano le strutture sanitarie con sospetto. Nel frattempo, per una scarsa conoscenza sulla diffusione della malattia, le persone continuano a partecipare a funerali dove non vengono attuate misure di controllo dell’infezione. Nonostante la presenza di una serie di organizzazioni che lavorano per sensibilizzare sulla malattia, le loro attività non sono ancora riuscite a ridurre la paura diffusa rispetto all’ebola.

Allo stesso tempo, la società civile e le autorità politiche e religiose non riconoscono la portata dell’epidemia e sono poche le figure di spicco che promuovono la lotta contro la malattia. «Occorrono maggiori risorse», insiste Janssen. «In particolare, dev’essere messo a disposizione del personale medico qualificato, devono essere organizzati momenti di formazione su come trattare l’epidemia, e occorre incrementare l’attività di sensibilizzazione della popolazione e di monitoraggio dei contatti con persone infette. L’ebola non è più una questione di salute pubblica limitata alla Guinea: sta interessando tutta l’Africa occidentale».

In Guinea, Msf supporta le autorità sanitarie nella fornitura di cure mediche ai pazienti di Conakry, Télimélé e Guéckédou. Sono state allestite unità di trattamento a Macenta, Kissidougou e Dabola. Le sue équipe di MSF stanno intervenendo nei villaggi, aumentando le conoscenze sulla malattia nelle comunità e offrendo supporto psicologico ai pazienti e alle loro famiglie. Inoltre, Msf fornisce supporto per la sorveglianza epidemiologica.

In Sierra Leone, in collaborazione con il Ministero della Salute, un’équipe di Msf sta costruendo un centro per il trattamento dell’ebola di 50 posti letto a Kailahun, che dovrebbe aprire la settimana prossima. Piccole unità di cure sono state già installate a Koidu e Daru, e una terza aprirà presto a Buedu.

In Liberia, un’équipe di Msf ha installato nelle ultime settimane un’unità per il trattamento a Foya (nel Nord) e un’altra al JFK Hospital a Monrovia. Inoltre, ha organizzato corsi di formazione e donato attrezzature.

Attualmente MSF lavora con 300 operatori internazionali e locali nei tre Paesi colpiti, e ha inviato più di 40 tonnellate di attrezzature e risorse per aiutare a combattere l’epidemia.

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