A giugno avevamo invitato i lettori a inviarci via whatsapp e via mail le vostre testimonianze sui Dante in occasione dei 700 anni dalla sua morte. Ce ne sono arrivate tantissime, e alcune di esse sono state pubblicate in un articolo sul Grande speciale dal titolo, Dante, il poeta che unì cielo e terra, realizzato dalla redazione di Famiglia Cristiana in edicola e in parrocchia dal 9 settembre. 100 pagine di interviste, analisi, immagini, impreziosite da un articolo del cardinale Ravasi che si sofferma sui profondi legami tra l’opera dantesca e le Sacre Scritture. E poi, tante chicche: il rapporto con l’islam, la Terra Santa, le scienze; le riprese nell’arte, cinema e letteratura. Infine, la parola ai lettori che hanno raccontato la loro “storia” con il padre della lingua. Lo speciale è disponibile in edicola, in parrocchia e sul sito www.edicolasanpaolo.it. È possibile richiederne copie anche al n. 02.48027575 oppure inviando una email ad abbonamenti@stpauls.it. Naturalmente nelle tre pagine dell’articolo sulle vostre testimonianze non ci potevano stare tutte perché sono state davvero tante e allora le pubblichiamo qui, tra ricordi, versi, quadri. I nostri lettori sono fantastici!
Domenica Montemagni ci invia le foto dei graffiti di proprietà di suo nonno Pardini Domenico di Camaiore, realizzati dal prof. Franco Anichini. Sono caricature di Dante e Beatrice
«Ho 80 anni, ma, anche se ho fatto il classico, mi restano solo le sensazioni: ritengo che sia il più grande poeta del mondo (con tutto il rispetto per Omero), anche se il mio preferito è Leopardi e quel “fatti non foste a viver come bruti” non si cancellerà mai dal mio cuore, anche se l’umanità si allontana sempre più dal suo valore e Giacomino non ha ricevuto una risposta alla sua domanda di due secoli fa all’Italia: “Come cadesti o quando / da tanta altezza in cosí basso loco?”. Anzi il basso va sempre più in basso! Poveri nipoti miei». Mario Grosso
La professoressa di lettere presso l'Istituto Comprensivo di Zevio, provincia di Verona.Lia Valente, 52 anni, usa i libri oper ragazzi a tema dantesco e le canzoni dei rap per contagiare i suoi studenti con l'amore per la Divina Commedia
«L'incontro con Dante non è stato positivo, un compendio di interpretazioni di esperti, Contini, Sapegno, Serianni. L'ho detestato, ma fin da piccola sfogliavo l'edizione dei miei illustrata da Dorè. Durante il corso per l’abilitazione all’insegnamento, un docente ha proposto l’approccio “emozionale”, non filtrato da schiere di studiosi: è stata una folgorazione. Lo propongo ai miei studenti di seconda, presentando una gamma di adattamenti, come David Conati, Luigi Garlando, Daniele Aristarco, assieme a un album musicale di due artisti rap (uno dei due è docente di filosofia), Murubutu e Claver Gold, e a una gustosissima edizione in dialetto veneto, opera di un autore locale autodidatta».
«In occasione della giornata del Dantedì, promossa e sostenuta dalla Società D. Alighieri presente a Potenza, durante lo scorso anno scolastico ai miei studenti della classe 3 A Meccanica, Meccatronica ed Energia, per avvicinarli allo studio della Divina Commedia e del suo autore, ho pensato di suggerire loro un laboratorio poetico che essi hanno accolto con interesse e, nonostante gli strumenti linguistici in possesso fossero poco evoluti, hanno profuso il massimo del loro impegno cimentandosi in un esercizio. Lo spunto che li ha coinvolti maggiormente è stato ricercare, riferire e creare parallelismi partendo dalla loro esperienza culturale sia di tipo scolastico, sia fondata sulle conoscenze delle tradizioni popolari locali e ricostruire un testo sull'imitazione delle terzine dantesche, la qual cosa li ha fatti gareggiare in modo ludico. Ecco i loro primi versi:
Nel mezzo del cammin di nostra età
ci ritrovammo in un vicolo cieco
che la nostra mente perse la facoltà
di ragionare con parole e virtù
tanto che i nostri amici
ci consideravano deboli e pieni di tabù
Noi non sappiamo ben ridir come vi entrammo
tanto eravamo distratti a quel punto
che la verace via abbandonammo».
Maria Grazia Porretti, docente di Lettere dell'Istituto di Istruzione Superiore " A. Einstein - De Lorenzo" di Potenza
Claudio Trussardi ci manda l’acquarello con cui rappresenta le incertezze di Dante che accompagnano anche l’uomo di oggi.
«Avrò avuto 8 o 10 anni quando conobbi Dante, quindi parlo di circa settant’ anni fa. Nella casa di mio nonno c’era il grande volume della Divina Commedia, risultato di tante dispense adeguatamente rilegate. Tutti i cugini che mi precedevano in età lo avevano conosciuto e sfogliato., e io, che giungevo ultima, trovavo le illustrazioni del Doré attraenti e suggestive: Dante nella selva oscura, tra alberi contorti, Caron dimonio con gli occhi di bragia, che si ergeva su una barca con atteggiamento minaccioso, il conte Ugolino che rodeva il capo dell’arcivescovo Ruggeri (la bocca sollevò dal fiero pasto …mi recitava mia madre, che sui libri familiari aveva studiato per il piacere di imparare le poesie compensando il rammarico di non essere stata avviata agli studi come era avvenuto per il fratello e le sorelle). Del Purgatorio e del Paradiso ho una memoria più sbiadita: le immagini delicate non si imprimevano nella mia immaginazione con lo stesso vigore di quelle infernali. Poi incontrai Dante nel Liceo, con maggiore consapevolezza e con le spine e le rose che il linguaggio dantesco offre ad un adolescente. Infine guidai i miei alunni liceali alla conoscenza di Dante e soprattutto della Divina Commedia. Così la imparai e gustai di più anche io, mentre assistevo alla sua emarginazione ad opera di colleghi “emancipati” che pensavano di svecchiare così gli studi letterari e soprattutto di fare azione meritoria accantonando le opere impregnate di cristianesimo. Sorrido pensando che forse oggi qualcuno di loro parteciperà a tavole rotonde per commemorare il grande Poeta. Non ti curar di lor ma guarda e passa , mi consiglierebbe Dante, che istintivamente mi viene in soccorso in varie situazioni: quando vedo persone che sgomitano per candidarsi a un’esposizione politica ( i’ mi sobbarco!), quando prego( Vergine madre, figlia del tuo figlio umile e alta più che creatura…),e via dicendo .E quando sono seccata per le situazioni nazionali o relazionali mi consolo con Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta…, …e lascia pur grattar dov’è la rogna!».
Maria Cabras
«Il primo incontro con la Divina Commedia lo devo proprio a Famiglia Cristiana, infatti m'innamorai della sensazionale avventura che Dante aveva così ben descritto quando, undicenne, sfogliai l'edizione dell'opera illustrata pubblicata nel 1990. Emozionante è stato quando, durante la III liceo scientifico, in occasione del 750° anniversario della nascita, ogni studente della classe ha recitato a memoria una terzina del I canto dell'Inferno tra le bancarelle del mercato settimanale del paese, è stato appassionante condividere con un ampio e variopinto pubblico la musicalità dei versi danteschi»
Margherita Bertocco, studentessa di 21 anni di Conselve (PD), voglio condividere il mio personale incontro con il Sommo poeta:
«Come molti Dante si è affacciato alla mia vita tra i banchi di scuola, un liceo della mia città (che non nomino per motivi che comprenderà). Purtroppo la mia esperienza scolastica nell’Istituto che frequentavo è stato difficilissimo, vittima di un’insegnante suora che non mancava giorno in cui non sottolineasse la mia stupidità e inettitudine. La lettura dell’inferno di Dante mi ha catapultato nella comprensione dei limiti umani e di come, prima o poi, ciascuna persona si trovi a dover affrontare le proprie ombre. Ho avuto inoltre anche io il mio Virgilio, una suora insegnante che mi ha accompagnato nella conoscenza di me e nella ricerca della forza sopra ogni avversità.
Ho rispolverato in questo anno il mio vecchio libro, malridotto ormai, l’ho guardato con affetto rileggendo note affianco ad alcuni passi. Un misto di dolcezza e forza mi ha generato pensandomi in quegli anni. Ho compreso i limiti di quella persona e ho perdonato la sua fragilità già da molti anni. Oggi mi occupo dei più deboli».
Alessia Zaccarini
Maria Torre ci manda il suo dipinto olio e acrilico su tela dal titolo Dante, la selva dei suicidi.
«Ci raccontò la sua selva oscura, ci ammonì a non curarsi di certe situazioni ma solo a guardare e andare oltre, a seguire virtù e conoscenza, ci accompagnò fra chi è dannato, fra chi si purifica, fra chi si gloria della luce di Dio, ci ha lasciato la più bella preghiera alla Vergine e alla fine del suo lungo e allegorico viaggio godette a riveder le stelle, dopo aver salutato la ragione e il platonico amore che gli furono guide. Lo incontrai al liceo ma sono stati l’età adulta, altri studi e conoscenze acquisite a darmi consapevolezza del senso profondo ed immarcescibile della Commedia i cui versi, in numero copioso, sono mio caro patrimonio mnemonico e sovente spunto di riflessione».
Enzo Lemmo, Catania
«Ricordo delle processioni rogatorie. Sacerdote e chierichetto in veste nera e cotta bianca, donne con il capo in veli neri. All’orizzonte si stagliano le Prealpi con cime imbiancate di neve. Nel passaggio tra le frazioni, il parroco spiega la simbologia della Divina Commedia. Nell’Inferno, in nove gironi, sono puniti i peccatori, rei di colpe sempre più gravi scendendo. Nel Purgatorio, in sette gironi, le anime purgano i sette vizi capitali. Oltre i nove cieli del Paradiso, la “candida rosa”, sede di Dio e dei beati che lo contemplano. Grazie Don Edoardo, stimolante questo viaggio allegorico!».
Leo Porro (Como)
«Dante, il sommo Poeta, ha descritto il Principe del male con disprezzo ma anche con rispetto e un pizzico di ammirazione. Non capita a tutti di essere traghettati da un nocchiero così speciale e allo stesso tempo così avido, ma poi ci si fa l’abitudine in mezzo ai lamenti, alle grida e alle sofferenze inferte ai condannati. Non siamo capitati nel Limbo, anzi ce n’è per tutti i gusti. Lui si presenta in modo subdolo anche per tentare il Figlio dell’Uomo e alla fine batte in ritirata. Non solo golosi, ma anche lussuriosi e con la legge moderna del contrappasso la gente aggressiva e maleducata che noi possiamo incontrare tutti i giorni per la strada. Lucifero però forse per essere caduto proprio negli abissi del male è la rappresentazione pura dell’estremo fino all’inconoscibile e al peggiore che possa essere il maligno. Al giorno d’oggi dimostrarlo è fin troppo facile, le urla per ogni minuzia, ovvero lo tuono del male cerca di sopraffare quanto siamo riusciti a creare di bene con il progresso. Vincerà lui, con il suo numero magico, o la ricerca di una vita, per quanto possibile di amore, verso il prossimo? Domanda difficile cui solo la nostra vita semplice e ordinata darà una risposta definitiva».
Bruno Bertucci, giornalista non vedente
Da una lettrice la poesia bel saluto
«Sfuma la notte e la luce accarezza: androne, vicoli, piazze. La mia città silente
mi sussurra arte. Passi leggeri e sguardi compiaciuti.
Sei bella sempre e ti respiro forte, sei gaia, seria e ad ogni angolo odo i tasti d’un pianoforte.
Finalmente la piazza a Te dedicata, statua imponente che dai trentini è amata.
Il Sommo Poeta detta con il braccio un Suo pensiero. Qui è Italia e non l’Oltralpe.
Terra di patria mia e di quanti l’anno difesa, retto è Dante come il campanile di una chiesa».
Fernanda Beozzo
E infine un omaggio davvero curioso a Dante. «Piccole salviette, in tela tessuta su antichi telai, con il monogramma “C D” destinate ai pellegrini del “Cammino di Dante”, un percorso a tappe tra Firenze e Ravenna, che fa rivivere il peregrinare del grande poeta dopo l’esilio. Un viaggio spirituale alla scoperta di citazioni dantesche, ma anche di antichi borghi e di un ambiente naturale incontaminato.
Queste salviette, modesto omaggio a Dante, vogliono essere un simbolo di ospitalità e accoglienza, collegato all’antico rito della lavanda dei piedi ai pellegrini, metafora di purificazione fisica e spirituale».
Clementina Missiroli, Brisighella (RA)
€ 3,50 - Editore: Periodici San Paolo
Un imperdibile numero da collezione! Uno speciale per ripercorrere insieme, in un indimenticabile cammino, la vita, i luoghi, le opere e la ricchissima eredità culturale e spirituale del sommo poeta in occasione dell'anniversario della morte del genio
La sua copia della Divina commedia di Famiglia cristiana con le illustrazioni dei fratelli Gregori.
E c'è anche la signora Doriana Agostini di Vinovo (Torino) che dice: «Il mio approccio a Dante è molto recente! Ho 66 anni e non avendo conseguito un diploma di stato, l’ho studiato poco e male in terza superiore. Grazie ad un’interessante evento organizzato dal mio comune a luglio su Dante e la sua Commedia, ho rispolverato un vostro bellissimo supplemento del 1990 regalatomi dai miei genitori, vostri abbonati per anni, e da me dimenticato sull’ultimo ripiano della mia piccola libreria. Ora, nel mese di agosto leggerò un canto dell’Inferno al giorno e, d’accordo con una mia cara amica, che farà altrettanto, ci incontreremo poi per i nostri personali commenti.