Nascono in Italia, studiano in Italia, parlano italiano ma per la legge italiana hanno un "difetto": i loro genitori sono stranieri. È il destino di tanti giovani figli di immigrati, ragazzi che oggi più che mai sono intenzionati a far sentire la loro voce e rivendicare i loro diritti. Anche per ottenere risposte a questi bisogni è nata la Rete G2 - Seconde Generazioni di cui lo sportello informativo presentato ieri a Milano è solo l'ultima tappa di un percorso che ambisce a un cambio radicale di prospettiva sul tema della cittadinanza. Si tratta del primo esempio in Italia di servizio per le seconde generazioni ospitato da una istituzione e sarà attivo dal mese di marzo presso lo spazio comunale dell'Informagiovani di via Dogana 2 a Milano. Al suo interno lavoreranno quattro giovani italiani di origine straniera (marocchina, pachistana, palestinese ed eritrea) che hanno ottenuto la cittadinanza al compimento dei 18 anni come previsto dalla legge. Oltre al carattere più tecnicamente informativo, allo sportello si potranno rivolgere tutti coloro che sono interessati a condividere esperienze e avere un appoggio nell'affrontare la condizione di stranieri-italiani e si propone di diventare punto di riferimento per l'elaborazione di progetti culturali finalizzati all'integrazione come la seconda edizione del Festival Rigenerazioni.
«Con questo sportello inserito nella struttura dedicata ai giovani - ha spiegato l'
assessore Majorino - vogliamo dare alle seconde generazioni uno spazio all’interno dell’istituzione dove poter lavorare in favore dell’ottenimento della cittadinanza da parte di tutti i diciottenni, figli di immigrati, nati in Italia che ancora devono misurarsi con una
legge ormai inaccettabile come lo ius sanguinis. Il presidente Napolitano ha, in più occasioni, ribadito che bisogna superare al più presto questa condizione per far sì che i nati da genitori stranieri in Italia siano italiani a tutti gli effetti. Ci auguriamo che questo aspetto diventi una delle priorità del prossimo Governo e che il Parlamento introduca al più presto lo ius soli come strumento di ottenimento della cittadinanza». E ancora, «Pensiamo che per i giovani, e ancora di più per quelli di seconda generazione, siano fondamentali dei luoghi di riferimento che non siano solo virtuali, ma fisici, reali, concreti« ha aggiunto
l’assessora Bisconti. «L’Informagiovani è questo.
Uno spazio delimitato, riconoscibile, dove sono possibili relazioni tra le persone, dove ci si guardi in faccia. Un luogo che può fare da punto di riferimento collettivo per tante esigenze, dai giovani agli artisti di strada. Vogliamo che l’Informagiovani diventi un incrocio di esperienze e questa iniziativa non può che rafforzare questo ruolo. Uno spazio del comune da mettere in comune».
La portata del fenomeno è tutta in questi numeri: li stranieri residenti a Milano sono 45.793 (anno di riferimento 2011). Il numero è quasi triplicato rispetto al 2001 (17.374), e già nel 2006 la cifra era quasi raddoppiata (34.575). I minori stranieri residenti sono il 22,8 per cento del totale dei minori residenti a Milano (200.634)
Le prime dieci nazionalità di stranieri nati in Italia e residenti a Milano sono: cinese (84,2%), filippina (84,1%), cingalese (83,3%), marocchina (76,2%), peruviana (72,9), albanese (70,6), ecuadoriana (63,8%), salvadoregna (63,2%), egiziana (61,7%) e romena (53,8).
Gli stranieri minori residenti a Milano che compiranno 18 anni nel 2013 e, quindi, potranno potenzialmente fare richiesta di cittadinanza sono 666.
I cittadini presenti a Milano che hanno ottenuto la cittadinanza negli ultimi tre anni sono 1.098. I Paesi di origine delle ragazze e dei ragazzi che hanno richiesto e ottenuto in numero maggiore la cittadinanza sono: Filippine, Cina, Egitto, Sri Lanka e Perù.