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giovedì 12 settembre 2024
 
Ci credete o no?
 

Ecco perché il venerdì 17 dovrebbe portare jella

17/05/2019  Per molti è il giorno più infausto dell'anno. Le radici di questa credenza risalgono alla storia antica, addirittura alla Bibbia. Il Cicap, il Comitato per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze, fondato da Piero Angela, organizza la giornata anti-superstizione.

Venerdì 17 il giorno più iellato dell’anno? “Non è vero ma ci credo”, avrebbe recitato Peppino De Filippo. Siamo sinceri: pochi restano imperturbabili davanti al calendario che annuncia un venerdì 17 in arrivo. C’è chi cancella appuntamenti di lavoro importanti, che evita di fare viaggi o affari. C’è chi  addirittura cerca di rimanere a casa o, se proprio non può farne a meno, esce,  ma resta nei paraggi. C’è, poi, chi non adotta nessuna strategia “anti-sfiga”, però vive la giornata con una certa apprensione e tira un sospiro di sollievo dopo la mezzanotte, per essere  entrato in un più rassicurante sabato 18.

Ma perché il “combinato e disposto” del venerdì 17 dovrebbe essere  così  nefasto, così potenzialmente portatore di iella? Semplice: mette insieme due componenti già di per sé cariche di negatività come il venerdì, dies funesto perché giorno della morte di Gesù, e il 17 che, come il 13 in alcune tradizioni, è da sempre ritenuto sfortunato in Italia e in altri paesi di origine greco-latina, ma anche in quelli anglosassoni. Nell’antica Grecia i seguaci di Pitagora disprezzavano il numero 17 poiché era tra il 16 e il 18, i numeri che rispecchiavano perfettamente la rappresentazione di quadrilateri 4x4 e 3x6. Nell’Antico Testamento, invece, la data di inizio del diluvio universale è il 17 del secondo mese. Infine Nella Roma dei Cesari sulle tombe era usanza scrivere “VIXI”, ovvero “ho vissuto”, “sono morto”. Nel Medioevo, però, a causa dell’analfabetismo molto diffuso l’iscrizione veniva confusa con il numero 17 che invece era XVII.  E ancora, nella battaglia di Teutoburgo del 9 d.C., che passò agli annali come una delle peggiori disfatte militari romane,  la XVII, XVIII e XIX legione, le coorti di fanteria e le ali di ausiliari a cavallo vennero spazzate via dalle tribù germaniche della Bassa Sassonia, e mai più ricostituite, sicché c’è chi ha ricondotto il 17 al disastro militare.

Certo  c’è chi, di fronte a queste credenze,  si fa una bella risata e magari ridicolizza gli amici che si mettono in tasca l’amuleto per esorcizzare il potere “malefico” di un venerdì combinato con un 17.
    Le statistiche, tuttavia, parlano chiaro: gli italiani sono un popolo di superstiziosi.  Un nostro connazionale su cinque, secondo un recente sondaggio, davanti a un gatto nero che gli attraversa la strada si ferma e cambia direzione. Uno su dieci, di venerdì 17, posticipa il volo aereo.  Dai rilevamenti di Eurobarometro, il servizio di sondaggi e analisi della Commissione europea, emerge un dato che la dice lunga su abitudini e credenze dell'italiano medio nel nostro Paese: 58 persone su 100 ammettono di essere attratte da “idee irrazionali e superstizioni”, di fronte al 40 per cento della media europea. siamo i più creduloni d’Europa? Poco ci manca.  Saliamo comunque sul podio,  da buoni terzi,  dietro la Lettonia (60%) e a un niente  dalla Repubblica Ceca (59%).  

Così l’accademia degli scettici per eccellenza, cioè il Cicap, “il Comitato per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze”,  fondato da Piero Angela, s’è detto dieci anni fa: quale giorno migliore per sfidare il fluido negativo emanato dal venerdì 17 e per organizzare la Giornata anti-supertizione?  Detto e fatto. Dal 2009  in alcune città i gruppi locali del CICAP organizzano eventi di vario tipo: incontri, conferenze, dibattiti e dimostrazioni "pratiche".  E così, anche oggi,  da Milano a Venezia, daTrieste a Bari si organizzano convegni, incontri, ma soprattutto esperienze e prove  anti-supertizione per provare a noi stessi se  siamo del tutto immuni dalle credenze o un po' anche noi ci cadiamo. Provare per credere... o per non  credere.  Attenzione, però: non è valido superare le prove incrociando le dita. Parola del sottoscritto, che non crede ai venerdì 17. E  nemmeno agli oroscopi, perché  è uno scettico… come tutti i Gemelli.

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