L’amore per la natura lo deve alle montagne abruzzesi, dove durante l’infanzia ha trascorso innumerevoli estati con i genitori e i suoi fratelli e sorelle, nove in tutto compresa lei che è l’ultima di casa. Cecilia Dall’Oglio è nata proprio durante una di queste vacanze estive, ad agosto del 1967. «Ogni anno, finita la scuola a giugno, tutta la nostra famiglia si trasferiva da Roma a Rocca di Mezzo in provincia dell’Aquila, in una casa che, nella sua sobrietà e ospitalità, ha rappresentato per noi figli una grandissima scuola di vita», racconta. «Mio padre sentiva che la montagna avrebbe aiutato la nostra educazione. E ha avuto ragione: alla gente di Rocca e a quelle camminate in mezzo ai boschi dobbiamo moltissimi dei nostri valori». Oggi Cecilia Dall’Oglio vive questi ricordi nel lavoro che fa ogni giorno. Dal 2017 è direttrice dei programmi europei del Movimento cattolico mondiale per il clima (Global Catholic Climate Movement – Gccm), una rete di oltre 700 diocesi, parrocchie, associazioni in tutto il mondo che provano a dare una risposta concreta all’appello urgente per la cura del creato, lanciato da papa Francesco nel 2015 con l’enciclica Laudato si’. Dal 2009 è sposata con Mauro, di professione artigiano giardiniere, «il più grande dono che il Signore mi ha fatto». Cecilia è anche la sorella più piccola di padre Paolo Dall’Oglio, gesuita di 66 anni rapito in Siria nel 2013, di cui da allora non si hanno più notizie. Nel libro Innamorato dell’Islam, credente in Gesù ( Jaka Book), anche padre Paolo aveva scritto di quelle vacanze a Rocca di Mezzo, facendo risalire la sua vocazione a «quando mio padre, dalla cima delle montagne abruzzesi, apriva le sue mani e il mio cuore al riconoscimento stupito del Dio unico e creatore, chiedendo ai fiumi, alle valli, agli astri di lodare il Signore insieme ai suoi figli». Papà Cesare, partigiano durante la Seconda guerra mondiale e poi dirigente di Coldiretti, è morto nel 2015, mentre mamma Donatella vive a Roma e ha 92 anni.
UNA FEDE RESPIRATA IN FAMIGLIA
«Nostra madre dice sempre che agli altri passiamo ciò che siamo», dice Cecilia. «E dai nostri genitori è passato un amore infinito. Entrambi, in modo diverso, condividevano una grande fede, che non si traduceva solo in preghiera e contemplazione, ma anche in impegno sociale e politico. Ci hanno trasmesso un grandissimo amore per la Chiesa, come per una madre alla quale si vuole bene, anche se a volte fa soffrire. Tutti noi figli abbiamo frequentato gli scout, anche qui per una scelta educativa di mio padre, anche se poi abbiamo vissuto questa esperienza in modo diverso».
UNO SGUARDO INTERNAZIONALE
Laureata in Scienze politiche, Cecilia Dall’Oglio ha lavorato per vent’anni in Focsiv, la federazione degli organismi cattolici di cooperazione internazionale, occupandosi delle campagne di sensibilizzazione per la giustizia sociale ed economica fra Nord e Sud del mondo. Per il Gccm, a livello europeo, organizza iniziative di sensibilizzazione sui problemi ambientali in collaborazione con comunità cristiane non cattoliche. «Ho svolto la mia tesi di laurea sull’Assemblea ecumenica di Basilea del 1989, che è stata la prima volta in cui le Chiese cristiane di tutta Europa si sono riunite per comprendere le sfide future in nome della stessa chiamata a vivere il Vangelo», spiega. «Per la Chiesa cattolica, a presiedere il Consiglio delle Conferenze episcopali europee c’era il cardinale Carlo Maria Martini, che con il suo amore per la Parola di Dio e la sua apertura al dialogo ha segnato la mia vita. Oggi mi meraviglia vedere il ricchissimo cammino di amicizia e collaborazione nato con rappresentanti di diverse confessioni cristiane per vivere insieme la Laudato si’. Ci incontriamo online tutte le settimane e insieme scegliamo ogni anno il tema del Tempo per il creato, che va dal primo settembre al 4 ottobre, e che tutte le Chiese cristiane celebrano insieme». In Italia il Gccm organizza iniziative di spiritualità ecologica, che non si sono fermate nemmeno durante la pandemia. «Nel marzo scorso è nata l’idea di trovarci online ogni venerdì per celebrare una Via crucis per il creato», racconta Cecilia. «E stiamo replicando l’esperienza in questa Quaresima». Il Movimento forma anche animatori Laudato si’, persone sensibili ai temi ambientali che poi agiscono all’interno di parrocchie, ordini religiosi o associazioni per aiutare le proprie comunità a compiere quella «conversione ecologica», di cui papa Francesco parla nell’enciclica. «L’educazione è centrale per leggere il momento che stiamo vivendo», afferma Cecilia. «Tante persone, per esempio, ritengono che questa pandemia sia solo un problema sanitario. In realtà non è così. Fatichiamo ancora a vedere la connessione fra i problemi ambientali, le disuguaglianze economiche nel mondo e la nostra salute. Questo virus ci ha mostrato il limite estremo di un modello di sviluppo basato sul saccheggio delle risorse».
L’AUDACIA DEL VANGELO
«Io credo che il mondo non cambi perché portiamo avanti le nostre attività ma ci accontentiamo del sufficiente, non ci spingiamo oltre verso una profezia e un’audacia più forte», afferma. «Anche nella Chiesa serve una sinodalità vera, che ognuno si metta a servizio come il tassello di un mosaico, che si cammini insieme, sacerdoti e laici, donne e uomini», dice Cecilia, che ci tiene ad aggiungere: «La testimonianza di mio fratello Paolo è viva: devo ringraziarlo per questo fuoco che è sempre dentro di me. Lui credeva davvero nei valori del dialogo e dell’amicizia e aveva l’audacia di portare avanti la sua missione fino al sangue, fino al dono della vita. Ci diceva che questa guerra in Siria — che va avanti da dieci anni! — avrebbe portato i profughi fino in Europa. La Laudato si’ ci fa vedere che tutto è connesso, e che, come dice papa Francesco, è un’illusione pensare di poter restare sani in un mondo malato. Il Signore, però, ci invita a non temere, a camminare avendo l’umiltà di metterci nelle sue mani».
L’iniziativa
Il corso per animatori Laudato si’
Fare qualcosa di concreto per aiutare la propria comunità a prendersi cura del creato e a camminare verso la conversione ecologica. Chi si sente interpellato da questa sfida oggi ha uno strumento in più: un corso gratuito per diventare animatrice o animatore Laudato si’. A offrirlo – in quattro sessioni online dal 13 aprile al 29 giugno – è il Movimento cattolico globale per il clima (Global Catholic Climate Movement – Gccm) in collaborazione con l’Ufficio problemi sociali e lavoro della Cei. Il corso, giunto alla seconda edizione, quest’anno si ispira alla frase che il giovane Francesco d’Assisi udì dal crocifisso di san Damiano: «Va’ e ripara la mia casa, che, come vedi, è tutta in rovina». «Abbiamo esteso questo appello alla nostra “casa comune”, il pianeta danneggiato e sfruttato», afferma da Assisi Antonio Caschetto, 40 anni, coordinatore dell’iniziativa. Lo scorso anno sono state 1.800 le persone a iscriversi al primo corso on line per diventare animatori Laudato si’. «Abbiamo cominciato a formare animatori Laudato si’ nel 2019, incontrandoci in piccoli gruppi, qui ad Assisi e in altri luoghi in collaborazione con diversi partner, associazioni e parrocchie», continua Caschetto. «Poi è arrivato il Covid e lo scorso anno abbiamo inaugurato la formazione online, e la partecipazione è stata entusiasta». Tra i relatori di quest’anno ci sarà una giovane animatrice, Marika Arcopinto del Progetto Policoro nella diocesi di Acerra, tre vescovi (Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e Vincenzo Carmine Orofino, vescovo di TursiLagonegro), l’esploratore Alex Bellini, il giornalista Nello Scavo e l’esperta di crisi climatiche Stefania Papa. Il corso, al termine del quale viene consegnato ai partecipanti un attestato, è gratuito. Basta compilare entro il 9 aprile il modulo apposito sul sito https:// laudatosianimators.org/ it/home-it/.
Foto di Stefano Dal Pozzolo/Contrasto