Il Papa riepiloga il perché del Consiglio per l'economia coordinato dal cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di München und Freising. Proprio al termine del primo incontro dei 15 - prealti e laici - chiamati a lavorare sul tema delle riforme, papa Francesco ricorda che «il Consiglio è stato istituito con il Motu proprio Fidelis dispensator et prudens, lo scorso 24 febbraio, insieme con la Segreteria per l’economia e l’Ufficio del Revisore generale. Il Motu proprio sottolinea la missione molto rilevante di questo atto: la consapevolezza della Chiesa della sua responsabilità di tutelare e gestire con attenzione i propri beni alla luce della sua missione di evangelizzazione con particolare premura verso i bisognosi».
Nell'ottica dunque di un uso evangelico dei beni, il Papa insiste sulla massima trasparenza ed efficienza perché «la Santa Sede si sente chiamata a mettere in atto tale missione, tenendo conto specialmente della sua responsabilità verso la Chiesa universale».
Nell'udienza ai membri del Consiglio papa Francesco ricorda che anche la riforma della Curia romana è nell'ottica di «meglio servire la Chiesa e la missione di Pietro. Questa è una sfida notevole, che richiede fedeltà e prudenza: “fidelis dispensator et prudens”».
Il Papa non nasconde le difficoltà: «Il percorso non sarà semplice e richiede coraggio e determinazione. Una nuova mentalità di servizio evangelico dovrebbe stabilirsi nelle varie amministrazioni della Santa Sede» e, in questo processo di riforma, «il Consiglio per l’economia svolge un ruolo significativo: ha il compito di sorvegliare la gestione economica e di vigilare sulle strutture e sulle attività amministrative e finanziarie di queste amministrazioni; svolge la sua attività in rapporto stretto con la Segreteria per l’economia».
Il Papa scherza ricordando anche la tenacia «di “rugbyer” australiano» del cardinale Pell, che guida la Segreteria per l'economia del consiglio, e ringraziandolo per «il suo sforzo e il suo lavoro».
E poi specifica che che «il Consiglio rappresenta la Chiesa universale: 8 Cardinali da varie Chiese particolari, sette laici che rappresentano varie parti del mondo e che contribuiscono con la loro esperienza al bene della Chiesa e della sua particolare missione. I laici sono membri a pieno titolo del nuovo Consiglio: non sono membri di seconda classe, no! Tutti sullo stesso piano. Il lavoro del Consiglio è di grande peso e di grande importanza, e offrirà un contributo fondamentale al servizio svolto dalla Curia Romana e dalle varie amministrazioni della Santa Sede».