E così Elena Ferrante è approdata alla finale dello Strega, il più ambito premio letterario italiano. La ferrante - per chi ancora non lo sapesse - è lo pseudonimo di uno scrittore/una scrittrice di cui non si conosce l'identità (si vedano glia altri articolo collegati).
Tutto è accaduto molto in fretta: l'idea di Roberto Saviano di lanciare l'autrice misteriosa, il dibattito fra favorevoli e contrari, l'appoggio di alcuni nomi che contano, la candidatura... Quindi l'ingresso nel 12 finalisti dopo la prima scrematura e ora l'ingresso nella cinquina che si contenderà il premio, che verrà assegnato il 2 luglio. Dovesse vincere lei, la scrittrice senza volto, sarà curioso vedere come si svolgerà la cerimonia in assenza del vincitore, dal momento che è improbabile che un'eventuale vittoria la induca a rivelare l'identità.
La speranza è che adesso si comici a parlare dei libri e di letteratura. Da questo punto di vista, la Ferrante merita senz'altro di essere approdata alla finale. Dovrà vedersela con autori e libri altrettanto stimolanti, in un'edizione dello Strega contrassegnata da una buona qualità media dei testi in gara: con 182 voti Nicola Lagioia e il suo La Ferocia (Einaudi) guida la cinquina votata ieri sera a Casa Bellonci a Roma con il nuovo sistema di voto in tre preferenze. Al secondo posto Mauro Covacich con La Sposa (Bompiani), 157 voti e al terzo Elena Ferrante con Storia della bambina perduta (E/O) con 140 voti. Seguono Fabio Genovesi con Chi manda le onde (Mondadori) 123 voti e Marco Santagata con Come donna innamorata (Guanda) 119 voti.