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domenica 15 settembre 2024
 
L'editoriale di Credere
 
Credere

Scandali e abusi, l'esempio evangelico di papa Francesco

04/11/2021  L’annuncio della disponibilità del Pontefice a una visita apostolica in Canada in relazione al ritrovamento di una fossa di comune di bambini nativi ci indica la via per affrontare questo male nella Chiesa. L'editoriale del settimanale "Credere" in edicola da giovedì 4 novembre 2021

Cari amici lettori, giovedì 27 ottobre papa Francesco si è detto disponibile a compiere una visita apostolica in Canada, «anche nel contesto del processo pastorale, in atto da tempo, di riconciliazione con i popoli indigeni». Il riferimento è alla vicenda del macabro ritrovamento di una fossa comune con i resti di oltre 200 bambini nativi canadesi, all’interno di una scuola cattolica, a Kamloops. Una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica mondiale: migliaia di ragazzi indigeni sottratti alle famiglie d’origine, sottoposti – in nome di un’assimilazione culturale forzata – a maltrattamenti, crudeltà e perfino violenze sessuali tra il 1880 e la fine degli anni Sessanta. È un altro capitolo doloroso che tocca decine e decine di vittime abusate in strutture della Chiesa. Fatti di cui ora l’episcopato canadese si è assunto la responsabilità con un pubblico mea culpa. Con la sua disponibilità, papa Francesco testimonia ancora una volta come porsi evangelicamente di fronte a questi scandali nella Chiesa: promuovendo la ricerca della verità e giusti processi nei confronti di chi ha compiuto abusi, incontrando le vittime e ascoltando il loro dolore, accompagnando le persone traumatizzate. Da tempo ha anche avviato nella Chiesa una linea chiara di contrasto agli abusi, con la pubblicazione delle Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, che le diocesi stanno gradualmente recependo. Non si possono più giustificare in alcun modo atteggiamenti di copertura e insabbiamento. È una questione di giustizia, di verità, di trasparenza e, in definitiva, di onestà e credibilità della Chiesa, mettersi dalla parte delle vittime e non dei carnefici. Molti fedeli si sentono confusi e smarriti di fronte a questi fatti. Ha suscitato, per esempio, enorme scalpore l’inchiesta sulla Chiesa in Francia, in cui si documentano 330.000 abusi sessuali dagli anni Cinquanta a oggi. Come conciliare, allora, santità e peccato nella Chiesa? Come porsi di fronte a queste insanabili contraddizioni? Una recente inchiesta di Roberto Cipriani, L’incerta fede. Un’indagine quali-quantitativa in Italia, registra da una parte l’alto indice di fiducia in papa Francesco, dall’altra constata che la fede dei credenti è «incerta» e «ondivaga». Occorre qui trovare un atteggiamento maturo nei confronti della realtà-Chiesa. Anzi tutto chiedendosi a chi ci siamo legati: prima che agli uomini in talare, abbiamo messo la nostra speranza in Cristo? Forse tendiamo spesso, anche inconsciamente, a legare la nostra fede alla credibilità dei ministri della Chiesa. Poi, dobbiamo riconoscere che ognuno di noi, nel suo piccolo, col suo carico di “pensieri, parole, opere e omissioni”, è peccatore e contribuisce, in varia misura, a sfigurare la santità del popolo di Dio: vedere i propri peccati dovrebbe renderci realisti sul fatto che la Chiesa, pur essendo santa, è «insieme sempre bisognosa di purificazione, in ogni epoca» (Catechismo, n. 827). Infine, non dobbiamo dimenticare che, mentre un albero che cade fa gran rumore, la foresta che cresce, cresce in silenzio: teniamo presente che, nonostante gli scandali, esiste una maggioranza di preti che, con discrezione e umiltà, dà quotidianamente la vita per il popolo di Dio.

 
 
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