Cari amici lettori, si è appena conclusa la 49ª Settimana sociale dei cattolici, svoltasi a Taranto, città simbolo del nodo di problemi a cui l’evento era dedicato: Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso è il titolo dato a questa edizione. Tanti i contributi, di esperti, religiosi, economisti, scienziati ecc. Ma – ed è una novità che viene dalla precedente edizione a Cagliari nel 2017 – non si è trattato soltanto di un ennesimo convegno, ma di «una piattaforma di partenza per dare speranza e avviare processi», come ha detto il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, nell’omelia della Messa conclusiva. Dunque non solo analisi, riflessioni, problemi e numeri, ma anche “buone pratiche” e proposte concrete. Non a caso quello che ordinariamente sarebbe stato l’intervento “conclusivo” dell’evento è stato chiamato “Prosecuzioni e impegni”. In questi l’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, ha suggerito delle proposte concrete rivolte alle nostre parrocchie, riassumibili in: 1) costruire delle comunità energetiche; 2) diventare una società carbon free e votare col portafoglio per premiare le aziende capaci di intrecciare valore economico, dignità del lavoro e sostenibilità ambientale; 3) promuovere e utilizzare prodotti “caporalato free”; 4) creare alleanze intergenerazionali e con la società civile. È un sogno, ma che si può costruire con l’apporto di tutti, anche dei cattolici, che con le loro oltre 25 mila parrocchie in Italia possono contribuire con un peso notevole a muovere passi nella direzione giusta, con l’accoglienza delle quattro proposte, la riflessione comune, la ricerca di soluzioni concrete e fattibili sul territorio. Non si tratta di questioni lontane dalla fede. Da una parte questo sforzo di riflessione e di indicazione di buone pratiche testimonia una «Chiesa a contatto con gli uomini e le loro storie» e, dall’altra parte, richiede uno sguardo contemplativo, proprio della fede cristiana, e la convinzione che «le parole e i valori del Vangelo… possono anche ispirare l’economia e la politica», come ha dichiarato il cardinale Bassetti. Una fede insomma che si interessa alla città degli uomini, ne condivide gioie e dolori (Gaudium et spes, n. 1) e sa tradurre i valori ispirati dalla fede in proposte, scelte e stili di vita che contribuiscono al bene di tutti. È dalla prima enciclica sociale – la Rerum novarum di Leone XIII (1891) – e dall’inizio dell’impegno dei cattolici in ambito sociale, col beato Giuseppe Toniolo (1845-1918), che la Chiesa è entrata nelle questioni sociali ed economiche, con la riflessione ma anche con l’impegno concreto, consapevole che di qui passa la vita degli uomini e delle donne. Il magistero dei Papi del XX secolo testimonia costantemente questa sollecitudine. I problemi cambiano con le epoche e ogni tornante storico richiede risposte aggiornate. E la Chiesa italiana non vuole essere assente da questo vero «cambiamento d’epoca» in cui ci troviamo e dai drammi del nostro pianeta, con le questioni ambientali e i loro riflessi umani, sociali, economici.