Cari amici lettori, ci avviciniamo a grandi passi al Natale. Sono sicuramente tanti i pensieri che affollano la nostra mente: siamo al secondo Natale segnato dalla pandemia, e anche se la situazione è lontana da quella cupa di un anno fa, non mancano segni di preoccupazione se non di sconforto rispetto a un flagello che sembra non volersi estinguere così in fretta. Questa esperienza pandemica sta erodendo in noi la fiducia nella vita, la certezza che ci sia un senso, la speranza di futuro. Il Natale ormai alle porte ci può aiutare a ritrovare questo senso, a ridarci fiducia e speranza che sembrano smarrite. Lo ha espresso papa Francesco lo scorso 10 dicembre, richiamando il Natale come «festa della fiducia e della speranza» alle delegazioni venute a donare il presepe e l’albero di Natale per piazza San Pietro: «La ragione della speranza», ha affermato, «è che Dio è con noi, si fida di noi e non si stanca mai di noi!». E ha continuato: «Viene ad abitare con gli uomini, sceglie la terra come sua dimora per stare insieme a noi e assumere le realtà dove trascorriamo i nostri giorni». Ecco la ragione profonda per avere fiducia e sperare ancora, nonostante tutto, e vedere la realtà con lo sguardo di Dio, che «ha tanto amato il mondo da donare il Figlio unigenito» (Giovanni 3,16). Ma dal Natale ci viene anche un insegnamento esistenziale su che orientamento dare alla nostra vita. Vivere solo per sé e in funzione di sé è il grande dramma dell’individualismo e del narcisismo oggi dilaganti. Ma, ricordava ancora il Santo Padre, «a Natale Dio si rivela come Colui che si abbassa per servire: questo significa che per assomigliare a Lui la via è quella dell’abbassamento, del servizio». Dunque, concludeva, «perché sia davvero Natale, non dimentichiamo questo: Dio viene a stare con noi e chiede di prendersi cura dei fratelli e delle sorelle, specialmente dei più poveri, dei più deboli, dei più fragili». A questo proposito, vorrei ricordare una bella iniziativa rivolta ai lettori di Credere da qualche anno: la possibilità di attivare, mediante un’offerta libera (per le modalità si può vedere alle pagg. 42-43), degli “abbonamenti solidali” agli anziani delle Rsa, nelle case di cura e nelle case di riposo. Grazie alla generosità di voi lettori, da quando il Fondo “Un gesto di cuore” è stato creato nel 2017, in 5 anni abbiamo potuto donare ben 1000 abbonamenti a centinaia di strutture per anziani in tutta Italia. Il nostro desiderio è di dare continuità all’arrivo dell’abbonamento nelle strutture a cui è stato già regalato. Confido ancora una volta nella vostra generosità, cari amici, per questa opera di bene a favore dei nostri anziani. Nello spirito del dono che è il cuore del Natale – dono di Dio a noi e dono reciproco di quel che possiamo – auguro a tutti voi, insieme a tutta la redazione, un santo e sereno Natale.