Stiamo attraversando
un periodo difficile con il
nostro figlio maggiore. È
molto trasgressivo e lo scorso anno
la scuola ci ha convocati per alcuni
suoi comportamenti decisamente
deprecabili. Ora lui viene aiutato
da uno psicoterapeuta, ma mio
marito è molto arrabbiato sia per
il costo dello specialista sia perché
lui sistemerebbe tutto con ceffoni e
castighi. Questa strategia l’ha usata
per tutta l’infanzia di nostro figlio e
mi sembra che i risultati siano stati
ben diversi da quelli sperati. Ora mi
sento esausta e fallita come mamma.
La nostra intesa famigliare è molto
compromessa e ogni giorno c’è un
motivo per litigare. Non so come
venirne fuori.
CAROLA
— Cara Carola, la tua famiglia sta
attraversando una fase molto delicata.
L’ingresso in adolescenza del vostro
primogenito si è abbattuto come uno
tsunami nella vostra vita e ci sono molte
cose da riaggiustare. Avete fatto bene
a far aiutare il ragazzo, considerato
che anche a scuola ha dimostrato
di non possedere adeguate competenze di
autoregolazione. Educare con castighi e
ceffoni, come ha fatto tuo marito, non serve
a molto perché fa sentire i figli “sbagliati”.
L’obiettivo di ogni intervento educativo
non è far sentire l’altro sbagliato, bensì
aiutarlo a capire che se anche ha fatto
un errore, lui non è un errore. Quando si
viene picchiati, ci si sente inadeguati.
E l’adulto viene considerato non più un
alleato nel percorso di crescita, bensì un
nemico, qualcuno da cui difendersi e stare
lontani. Se tuo marito è così contrario
all’intervento dello psicoterapeuta,
rischiate di invalidarne anche l’utilità
che ne potrebbe derivare. Vostro figlio
ha bisogno di sperimentare un mondo
adulto “alleato” per la risoluzione dei
suoi problemi.
Di fronte ai problemi dei figli, gli adulti devono chiarirsi bene come affrontarli e gestirli, verificare i cambiamenti prodotti dalle strategie e soluzioni scelte ed eventualmente chiedere un confronto su ciò che succede, con il terapeuta cui si chiede aiuto. Carolina Bocca è una mamma che ha scritto Soffia forte il vento nel cuore di mio figlio (Mondadori Electa), un libro in cui racconta quanto è stato faticoso per tutta la sua famiglia sostenere il percorso terapeutico del figlio adolescente intrappolato nella tossicodipendenza.
Il problema del figlio è stato l’inizio di un cammino in salita, che è servito non solo a lui per “uscire” dalla sua fatica, ma anche all’intera famiglia che ha potuto rivedere lo stile delle proprie relazioni e interazioni. Con dolore. Ma anche con speranza. Dolore e speranza sono ingredienti molto più utili di rabbia e rancore. E forse tuo marito ha bisogno di sentirselo raccontare proprio dal terapeuta che sta aiutando vostro figlio.