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mercoledì 16 ottobre 2024
 
Ma i ceffoni non servono
 

«Ho un figlio ribelle, mi sento fallita come mamma»

07/09/2016  Per i comportamenti trasgressivi del figlio due genitori entrano in crisi. Si è deciso di mandarlo da uno psicoterapeuta. Ma il padre risolverebbe in altro modo. Sin da piccolo lo ha punito con ceffoni e castighi. Alberto Pellai condanna le punizioni corporali. Ricorda che un figlio quando viene picchiato si sente inadeguato e l’adulto viene considerato non più un alleato bensì un nemico.

Stiamo attraversando un periodo diffi’cile con il nostro ’figlio maggiore. È molto trasgressivo e lo scorso anno la scuola ci ha convocati per alcuni suoi comportamenti decisamente deprecabili. Ora lui viene aiutato da uno psicoterapeuta, ma mio marito è molto arrabbiato sia per il costo dello specialista sia perché lui sistemerebbe tutto con ceffoni e castighi. Questa strategia l’ha usata per tutta l’infanzia di nostro ’figlio e mi sembra che i risultati siano stati ben diversi da quelli sperati. Ora mi sento esausta e fallita come mamma. La nostra intesa famigliare è molto compromessa e ogni giorno c’è un motivo per litigare. Non so come venirne fuori.

CAROLA

Cara Carola, la tua famiglia sta attraversando una fase molto delicata. L’ingresso in adolescenza del vostro primogenito si è abbattuto come uno tsunami nella vostra vita e ci sono molte cose da riaggiustare. Avete fatto bene a far aiutare il ragazzo, considerato che anche a scuola ha dimostrato di non possedere adeguate competenze di autoregolazione. Educare con castighi e ceffoni, come ha fatto tuo marito, non serve a molto perché fa sentire i figli “sbagliati”.

L’obiettivo di ogni intervento educativo non è far sentire l’altro sbagliato, bensì aiutarlo a capire che se anche ha fatto un errore, lui non è un errore.
Quando si viene picchiati, ci si sente inadeguati. E l’adulto viene considerato non più un alleato nel percorso di crescita, bensì un nemico, qualcuno da cui difendersi e stare lontani. Se tuo marito è così contrario all’intervento dello psicoterapeuta, rischiate di invalidarne anche l’utilità che ne potrebbe derivare. Vostro figlio ha bisogno di sperimentare un mondo adulto “alleato” per la risoluzione dei suoi problemi.

Di fronte ai problemi dei figli, gli adulti devono chiarirsi bene come affrontarli e gestirli, verificare i cambiamenti prodotti dalle strategie e soluzioni scelte ed eventualmente chiedere un confronto su ciò che succede, con il terapeuta cui si chiede aiuto. Carolina Bocca è una mamma che ha scritto Soffia forte il vento nel cuore di mio figlio (Mondadori Electa), un libro in cui racconta quanto è stato faticoso per tutta la sua famiglia sostenere il percorso terapeutico del figlio adolescente intrappolato nella tossicodipendenza.

Il problema del figlio è stato l’inizio di un cammino in salita, che è servito non solo a lui per “uscire” dalla sua fatica, ma anche all’intera famiglia che ha potuto rivedere lo stile delle proprie relazioni e interazioni. Con dolore. Ma anche con speranza. Dolore e speranza sono ingredienti molto più utili di rabbia e rancore. E forse tuo marito ha bisogno di sentirselo raccontare proprio dal terapeuta che sta aiutando vostro figlio.

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«Ciao Papa, sono Sofia, ecco la mia lettera per te»
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