LUIGI - Nella nostra comunità il parroco, senza attendere una decisione ufficiale, ha introdotto la nuova traduzione del Padre Nostro con la conseguenza che non c’è più uniformità quando andiamo in altre parrocchie e viceversa.
La recente traduzione della Bibbia in lingua italiana (2007) cerca di ovviare alla difficile comprensione da parte dei fedeli della precedente traduzione («non ci indurre») che è fedelissima all’originale greco, ma che da sempre crea problemi perché, secondo il nostro linguaggio, sembra voler attribuire a Dio l’istigazione al male. Tuttavia, affinché questa traduzione biblica possa entrare anche nella celebrazione liturgica è necessaria l’approvazione della Conferenza episcopale con l’inserimento ufficiale del nuovo testo nel Messale Romano e la data per l’inizio del suo uso in contemporaneità. Anticipare questo cambiamento, oltre a produrre l’effetto “babelico” denunciato dal nostro lettore, rischia anche di far sentire un certo disagio interiore, quando il Padre Nostro dovrebbe invece manifestare quella comunione che l’assemblea celebra anche con la consonanza delle voci.