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giovedì 24 aprile 2025
 
Il caso
 

Egitto insicuro per i turisti, ma sicuro per i migranti? I 12 rientrano in Italia

19/10/2024  Fallita l'operazione Albania. Dopo i due minori e le due persone con fragilità devono tornare nel nostro Paese anche gli altri 12 spediti nel Paese delle aquile. I giudici italiani applicano le normative europee vincolanti per l'Italia. Sul sito della Farnesina i pericoli dei viaggi in Egitto e Bangladesh

Bastava leggere le note del sito del ministero degli Esteri italiano, “viaggiare sicuri”, per scoprire che ai turisti italiani «si raccomanda di evitare i viaggi non indispensabili in Egitto in località diverse dal Cairo e da Alessandria, dalla costa del Mar Rosso, dalle aree turistiche dell'Alto Egitto e da quelle del Mar Mediterraneo, ove mantenere comunque elevata la soglia di attenzione in quanto, seppur sottoposte a controllo da parte della Autorità di Sicurezza, non possono essere considerate immuni da possibili minacce». E se il Paese delle piramidi è pericoloso per viaggiare, il Governo aveva voluto inserirlo insieme con il Bangladesh, per evitare la protezione internazionale, tra quelli, invece, considerati sicuri. Le leggi internazionali, però, in particolare il Regolamento del parlamento Europeo e del Consiglio che istituisce un elenco comune dell’UE di paesi di origine sicuri vincolante anche per l’Italia.

Nessuna ingerenza della magistratura, che Salvini si è subito affrontare a marchiare come  «di sinistra» nella politica, ma solo l’applicazione delle leggi cui, come ha spiegato anche il segretario dell’Anm Santalucia, «sono tutti soggetti Governo incluso».

Peraltro, vista l’imminenza della sentenza ci si chiede perché non si poteva aspettare la sua emanazione prima di spendere i soldi degli italiani per un viaggio che si rivelato costoso quanto inutile. Grande schieramento di mezzi per trasferire 16 migranti in Albania. Quando poi ai controlli (che evidentemente non erano stati fatti con accuratezza prima della partenza), due si rivelano minori e due fragili, in quattro vengono rimpatriati in Italia. Nel pomeriggio di sabato 19, invece, è atteso il rientro, a bordo di una nave della Guardia costiera, degli altri 12.

E ci si chiede se il costo di tutto questa operazione non poteva essere destinato a corsi di italiano e progetti di  integrazione. Forse avrebbe ottenuto di meno sul piano della visibilità e della propaganda, ma di più per la sicurezza anche dei cittadini italiani.

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