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venerdì 13 settembre 2024
 
 

Elisa D'Ospina: «la bellezza non è una questione di taglia»

23/10/2014  In una società sempre più alla ricerca di una millantata perfezione c'è chi convive benissimo con le proprie curve. Elisa D'Ospina, 31 anni, modella curvy ci racconta come ha imparato ad amare il suo corpo tanto da essere una tra le dieci modelle più richieste in Italia. E i suoi incontri con i ragazzi e le ragazze nelle scuole.

In Italia il 67% delle donne indossa una taglia dalla 44 in su. Eppure il mondo sembra non accorgersene ossessionato dall’estetica e da un perfezionismo che ti chiede sempre magra e bella. O peggio, che pensa che magro e bello siano sinonimo di perfezionismo. Ne parliamo con Elisa d’Ospina, modella Curvy tra le dieci più famose in Italia.

Reneè Zellweger si rifà il viso e si rovina. Cos’hai pensato quando l’hai letto?
«Da una parte che ci sono delle pressioni, degli ambienti che ti mettono in testa delle idee in maniera martellante. Nella fattispecie, assolutamente lontane da noi. In Italia ti rifai gli zigomi, la bocca tutt’al più. Lì ti è richiesto di essere uno status symbol per sempre ed è una pressione davvero schiacciante.
Vederla così rovinata mi ha colpito, proprio lei tra l’altro che è diventata famosa con la parodia di una cicciottella che si piace comunque. Vedere che l’attrice fa proprio il contrario, delude. Anche se lei dice di non aver fatto nulla. Poi ognuno del suo corpo fa quello che vuole, ma resta che ha combinato un disastro».

Tu hai mai fatto pensato di ritoccarti o di intervenire in qualche modo?
«Sono ancora biologica al 100%, a chilometro zero. Certo ho 31 anni».

Ma lo faresti?
«Per un periodo ho avuto la fissa del seno un po’ più grande. Ma da lì a pensare a mettersi sotto i ferri ce ne passa. Ci sono soluzioni molto più economiche e meno invasive, come dei buoni reggiseni. Io dico sempre, sì alla chirurgia solo laddove c’è un vero problema. Allora sì che è una manna dal cielo.
Le altre sono fisse adolescenziali che passano con il tempo. Quando ti accorgi, con l’età, che i tuoi difetti diventano pregi. Io, per esempio, se avessi fatto la liposuzione non sarei diventata quello che sono. In Italia siamo pochissime modelle curvy e io tra loro, mi batto da dieci per difendere le curve. Ora anche su rai Due, con Caterina Balivo, in una rubrica sul mondo Curvy, una rubrica sulla “diversità”. Uno spazio leggero dove parliamo di donne comuni e ricordiamo loro che la moda è al nostro servizio, non il contrario!».

Citavi le fisse adolescenziali. Tu sei anche Curvy coach che nelle scuole italiane. Che cosa insegni ai ragazzi?
«Sono otto anni che giro per le scuole e ieri forse è stato l’incontro più emozionante. Erano in 300 ragazzi imbambolati dalla mia storia, la stessa che racconto nel libro. Da quando ero un’adolescente “fuori misura” soprattutto per l’altezza, all’incontro con la moda a 15 anni quando mi chiesero di perdere 30 kg e per fortuna c’era mio padre a dire di no, ai dieci anni successivi in cui ho fatto di tutto, al mio ritorno alla moda a 25 anni. Fino all’Elisa che sono adesso. Nel mezzo parliamo di diversità e di chi come me ha detto “no”. Cito casi come Nick Vujicich, uomo senza arti che fa il motivatore in tutto il mondo. Cerchiamo di trasmettere quanto l’apporto personale superi ogni barriera fisica. Io in maniera light, lui, lui da diversamente dotato in maniera più forte. Ma il senso è sempre lo stesso: con la forza d’animo si supera tutto».

Dalla tua esperienza quali sono le urgenze di questi ragazzi?
«Quello che noto è che in ogni scuola che incontro ci sono tanti disturbi alimentari che è un problema disfunzionale e in parte, seppur minima, estetico. Le ragazze poi sono soprattutto concentrate sull’aspetto fisico: si sentono giudicate, scoraggiate, mai all’altezza. I maschi, invece, sono alleati al messaggio che porto e dopo i loro interventi vedo le ragazzine escono più forti e coraggiose».

Da tutti questi incontri e dalla tua storia nasce addirittura un libro, Una vita tutte curve
«Il libro nasce dalla consapevolezza di mettere insieme le parole. Io sono otto anni che incontro migliaia di ragazzi che poi mi scrivono e se non sono loro a farlo, sono i genitori. Volevo entrare nelle loro case anche senza essere presente. Ecco allora il libro, per parlare di fisicità e corpo in modo non solo mediatico. Un manuale per le giovani ragazze e chiunque non riesca a guardarsi allo specchio, per dire loro: “vogliamoci bene” e trasferire il coraggio di non uniformarsi. Non solo fisicamente, ma anche psicologicamente. Perché la bellezza non è mai solo una questione di taglia».

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Elisa D'Ospina e una vita "tutta curve"
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