Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino
“Ciò che interesse all’azienda è solo il profitto. E questo è veramente un discorso inumano e ingiusto”. Lo ha detto l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, in un'intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, commentando i 500 licenziamenti annunciati dalla Embraco di Riva di Chieri in Piemonte.
“Sono rimasto molto meravigliato – ha aggiunto mons. Nosiglia - perché pensavo che le trattative con il governo e le forze sociali ottenessero un risultato migliore. L’azienda si è invece dimostrata chiusa in tutti i modi, facendo capire che dei lavoratori gli interessa poco”.
“Credo che sia ancora possibile – ha proseguito mons. Nosiglia - un barlume di buonsenso. Di fronte a certi situazioni difficili si è sempre trovato un accordo. La strada dell’Europa che vuole intraprendere il governo mi sembra importante perché queste aziende hanno molte entrature europee. Bisogna arrivare a dare una risposta appropriata a questi 500 operai”.
“Tante famiglie – ha concluso mons. Nosiglia - stanno vivendo una tragedia. E la Chiesa davanti a questo non può restare indifferente. Come Comunità cristiana ci stiamo attrezzando per iniziative forti e partecipate. Faremo una celebrazione invitando tutte le comunità del territorio. Ci sono famiglie con entrambi i genitori impiegati alla Embraco che oggi sono sul lastrico”.
Il 6 marzo una giornata di preghiera
«Credo che si potrebbe giungere a un ammorbidimento di queste posizioni che mi paiono incomprensibili. Prima o poi, volendo, un accordo si trova», dice ancora Nosiglia. «Proprio per questo - spiega Nosiglia - il prossimo 6 marzo abbiamo organizzato un incontro di preghiera e riflessione nel chierese per esprimere solidarietà agli operai dell'Embraco coinvolti, ma allo stesso tempo per dare loro fiducia e speranza. Perchè in questi frangenti la preghiera non è un elemento secondario, soprattutto in Quaresima. Se possibile cercheremo anche vie per sostenere concretamente alcune famiglie con un fondo».