Un anno fa, il 15 aprile del 2023, per le strade di Khartoum, capitale del Sudan, è scoppiato uno scontro scanguinoso tra le forze dell'esercito regolare sudanese e il gruppo paramilitare delle Forze di supporto rapido. La guerra civile ha causato migliaia di morti e il numero più elevato di sfollati interni al mondo, 8 milioni secondo i dati ufficiali, ma più probabilmente intorno a 11 milioni. Oggi la situazione nel Paese dell'Africa orientale è difficilissima, la popolazione è allo stremo, cibo e beni di prima necessità scarseggiano, le comunicazioni telefoniche e Internet sono spesso interrotte, la corrente elettrica subisce frequenti blackout, il prezzo del carburante è aumentato in modo vertiginoso.
Si calcola che nel 2024 le persone bisognose di assistenza umanitaria saranno 24,8 milioni. Circa il 65% della popolazione non ha accesso all'assistenza sanitaria. Per le organizzazioni umanitarie operare in condizioni così complicate è diventato molto difficile. Eppure, la Ong Emergency (www.emergency.it), presente in Sudan dal 2003, ha deciso di restare, non ha abbandonato il campo e continua le sue attività con uno staff di 586 persone in tutto il Paese (di cui 566 sudanesi) per cercare di continuare a garantire l'assistenza medica.
Emergency continua le sue attività a Khartoum con il Centro Salam di cardiochirurgia e con un ambulatorio pediatrico, tiene aperto un altro Centro pediatrico a Port Sudan, nello Stato del Mar Rosso. Ha aperto una clinica per pazienti cardiaci ad Atbara, nel Nordest. La crisi del carburante, fondamentale per alimentare i generatori in un ospedale, sta minacciando la prosecuzione delle attività sanitarie. Come racconta Franco Masini, coordinatore medico del Centro Salam, Khartoum è diventata una città fantasma. Gli sfollati si sono riversati a Port Sudan, che ha assunto le sembianze di un gigantesco campo profughi. Qui «le famiglie vivono in strada, senza acqua e in condizioni igieniche pessime, che favoriscono anche la diffusioni di malattie come il colera. Nel nostro Centro pediatrico vediamo bambini malnutriti, con patologie del tratto respiratorio e gastro-enterico. Gli ingressi sono quasi raddoppiati rispetto alla media pre-guerra».
A un anno dall’inizio del conflitto negli ospedali di Emergency sono state 25mila le visite pediatriche effettuate, oltre 1.500 le visite a pazienti cardiaci e 200 gli interventi a cuore aperto portati a termine nel centro di cardiochirurgia di Khartoum.
(Foto sopra di Davide Preti per Emergency: il Centro Salam a Khartoum)