Sono circa 7-800 mila i malati di Alzheimer in Italia (circa 80 mila nuovi casi ogni anno), una cifra impressionante ma che raddoppierà nel
2020 e triplicherà nel 2050. E tra trent'anni, nel nostro Paese, vi saranno oltre 3 milioni di persone che avranno bisogno di cure e di assistenza
ininterrotta. Ad oggi, però, mancano test diagnostici, farmaci incisivi e
una formazione su misura per familiari e badanti, mentre la malattia è
ancora caratterizzata da mancata diagnosi iniziale nel 43% dei casi.
Ma al di là di questi allarmanti dati restano le famiglie dei malati. Solo loro, infatti, possono descrivere meglio di qualunque ricerca cosa significhi questa malattia che toglie la dignità alle persone e grava notevolmente anche sulle persone care di chi ne soffre.Una malattia per la quale al momento non c'è alcuna speranza di guarigione ma solo di cure che possano alleviare la sofferenza del malato e offrire sostegno ai familiari.
A questo proposito la Commissione Sanità del
Senato ha presentato una mozione in cui ha sottolineato il bisogno di una revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza che tenga conto delle necessità dei malati di Alzheimer, il cui numero aumenterà fortemente nel prossimo futuro, e un nuovo impulso alla ricerca su questa malattia.
La mozione, che dovrebbe essere discussa in aula al massimo entro due settimane, impegna il Governo a promuovere un progetto generale sulla cura delle demenze che ne tocchi tutti gli aspetti, a partire dalla diagnosi per arrivare all'aiuto alle famiglie che devono farsi carico dell'assistenza. «L'Alzheimer fa più paura del cancro - ha affermato la senatrice Emilia Grazia De Biasi, che presiede la commissione - la nostra volontà è far affiorare questa malattia, verso cui vorremmo sensibilizzare anche le Regioni, che applicano le politiche sanitarie».
«Al giorno d'oggi ci si salva dal tumore, mentre da questa malattia non c'è speranza di salvarsi - ha sottolineato
Luigi D'Ambrosio Lettieri, tra gli estensori della mozione - è una malattia che mette a rischio la stessa dignità delle persone. Chiediamo che venga garantito il necessario, niente di più».