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Emergenza inquinamento: a Torino la maglia nera

05/01/2017  Secondo l'indagine di Legambiente in Italia sono 32 le città ad aver superato nel 2016 i livelli di Pm10 per più di 35 giorni all'anno. Dopo il capologuo piemontese, con 86 giorni di sforamenti, vengono Frosinone (85) e Milano (73). Un decalogo sulle buone pratiche per sconfiggere lo smog

Torino, Frosinone, Milano, Venezia, Vicenza, Padova, Treviso sono in testa alla classifica dei capoluoghi di provincia che hanno superato la soglia limite di polveri sottili nel 2016, presentata da Legambiente ed elaborata su dati Arpa. Il numero di superamenti si riferisce al valore registrato dalla centralina urbana peggiore. A fronte di un numero massimo di 35 giorni all’anno previsti dalla legge con concentrazioni superiori ai 50 microgrammi al metro cubo, Torino si attesta su 86 giorni, Frosinone su 85, Milano e Venezia su 73, Vicenza su 71, Padova e Treviso su 68. E la classifica prosegue, per un totale di 32 città in allarme smog. La situazione delle regioni settentrionali è preoccupante: in Lombardia superano i livelli tutti i capoluoghi tranne Sondrio e Varese, in Veneto si salva solo Belluno, in Piemonte sono fuorilegge 4 città su 8 e in Emilia Romagna 4 su 9. 

Se allarghiamo la squadro all’Europa vediamo che anche quest'anno la Polonia si aggiudica il triste primato di paese più inquinato dell'Ue. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, sono polacche 33 delle 50 città europee con i maggiori livelli di inquinamento atmosferico. Il problema è di lunga data, causato principalmente dall'esteso utilizzo di carbone nell'industria e nel riscaldamento domestico.  Le denunce di ambientalisti e organizzazioni di tutela della salute parlano di  oltre 40mila polacchi che muoiono ogni anno a causa dell' inquinamento dell'aria. Di recente, la città di Skala ha sorpassato Pechino per concentrazione di particolato nell'atmosfera: 979 microgrammi per metro cubo, contro i 737 della capitale cinese, come riporta il Financial Times... Al momento solo il Comune di Cracovia si è impegnato a mettere al bando entro il 2019 le stufe a carbone: per Bruxelles non basta e sulla Polonia pende una procedura d'infrazione da 900 milioni di euro. 

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