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lunedì 12 maggio 2025
 
Teatro
 

Emma Dante e le sue sorelle

22/01/2014  La regista accantona gli eccessi di certe sue opere e torna al teatro con un testo in cui indaga i rapporti famigliari. «Per una donna lavorare per la lirica, il cinema e il teatro nel nostro Paese è dura».

Emma Dante. In alto: una scena di "Le sorelle Macaluso".
Emma Dante. In alto: una scena di "Le sorelle Macaluso".

Emma Dante, drammaturga e regista palermitana, è oggi una donna di 46 anni, sempre con un look dark e aggressivo, che con Le sorelle Macaluso, suo nuovo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Napoli - nell’ambito del progetto europeo Città in Scena / Cities on Stage, che toccherà le città di Avignone, Bruxelles, Göteborg, Sibiu - accantona gli eccessi che hanno contraddistinto i suoi esordi.

Continua, tuttavia, a creare un teatro personalissimo che divide pubblico e critica, come quando ha avuto l’onore e l’onere di mettere in scena nel 2009, con la direzione di Daniel Barenboim, Carmen alla Scala di Milano suscitando un putiferio. Il suo interesse per la regia lirica prosegue con Feuersnot di Richard Strauss, con la direzione di Gabriele Ferro, allestito insieme al marito, Carmine Maringola, che ha disegnato le scenografie, per l’apertura, il 18 gennaio, della stagione del Teatro Massimo della sua Palermo.

Tra i suoi recenti successi anche il debutto alla regia cinematografica con il film Via Castellana Bandiera, tratto dal suo primo romanzo, la cui attrice protagonista, Elena Cotta, alla 70ª Mostra del cinema di Venezia, ha vinto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile. Emma Dante non è nuova a premi e riconoscimenti da quando poco più che trentenne ha accumulato, fra gli altri, Premio Scenario, Premio Ubu, Premio Hystrio, Premio della Critica, pur scioccando il pubblico con spettacoli innovativi, ma anche provocatori e controversi come mPalermu, Carnezzeria, Vita mia, La scimia, Cani di bancata, Mishelle di Sant’Oliva, Il festino.

Emma Dante usa spesso la lingua della sua Sicilia per caratterizzare i suoi personaggi simbolo dei vizi e virtù degli uomini di ogni tempo così da diventare universali in un teatro di denuncia sociale in cui il dolore e la violenza spesso sono protagonisti. Il dialetto diviene anche una sorta di grammelot alla Dario Fo, accompagnato da un linguaggio del corpo esasperato spinto da un ritmo concitato per rendere più evidenti alcuni situazioni drammatiche difficili da spiegare solo a parole, soprattutto quando i suoi attori non sono siciliani.

Con Le sorelle Macaluso, in una compagnia prevalentemente al femminile, ritorna al Teatro Mercadante Stabile di Napoli. Ispirandosi a una citazione da Lo straniero di Camus che usa come sottotitolo (Aujourd'hui, maman est morte. Ou peut-être hier, je ne sais pas.) racconta Emma Dante: «Lo spettacolo trae origine, da un episodio realmente accaduto, si ispira al piccolo racconto che mi fece una volta un amico. Sua nonna, nel delirio della malattia, una notte chiamò la figlia urlando. La figlia corse al suo letto e la madre le chiese: “in definitiva io sugnu viva o morta?” la figlia rispose: “viva! Sei viva mamma!” e la madre beffarda rispose: “see viva! Avi ca sugnu morta e 'un mi dicìti niente p'un fàrimi scantàri.” (sì, viva! Io sono morta da un pezzo e voi non me lo dite per non spaventarmi)».

Prosegue Emma Dante: «Le sorelle Macaluso si ritrovano insieme per celebrare il funerale di una di loro che non sa di essere morta e per tutto il tempo anche lo spettatore non saprà se i personaggi in scena sono vivi o morti, infatti attraversano una striscia di scotch sul pavimento che segna il limite tra la vita e la morte e tra il presente e il passato». Sempre nell’idea di fare rivivere le tradizioni siciliane le protagoniste combattono con le loro stesse esistenze, alla maniera dei pupi siciliani con spade e scudi in mano, progettati su ispirazione anche del lavoro che Emma Dante ama molto del noto puparo Mimmo Cuticchio, tenendo lo spettacolo in una dimensione sospesa tra fantasia e realtà. «È un storia buffa, grottesca - conclude la regista - come sono le storie che racconto io: in una famiglia tutta al femminile voglio mettere in rilievo l’impossibilità di accettare la morte delle persone care, infatti le sorelle hanno un forte senso di appartenenza le une alle altre e, in una sorta di prigionia, non riescono a staccarsi neanche dopo la morte».

Emma Dante in teatro lavora sempre con la sua squadra di attori, tra cui il marito, da quando nel 1999 ha fondato la sua compagnia, Sud Costa Occidentale, e spiega le origine del suo desiderio di dedicarsi alla regia: «Io, quando mi sono diplomata come attrice all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, non avevo mai avuto un maestro che si prendesse cura di me come attrice, mi è sembrato quindi importante mettermi io al servizio di quelli che sono diventati miei attori e con i quali anche oggi lavoro in sintonia».

Passando dalla regia cinematografica a quella lirica e teatrale afferma: «Sono mezzi totalmente diversi, la lirica è più simile al cinema, entrambi sono macchine complesse, mondi con milioni di maestranze e categorie, invece i miei spettacoli, con la mia compagnia, sono luoghi intimi in cui insieme facciamo una ricerca e una riflessione, mettendoci anche due anni se occorre, invece per il cinema e l’opera lirica devi rispettare i tempi indicati dagli altri. Inoltre essere una donna non è facile, poiché il mondo dello spettacolo continua a essere prevalentemente maschile, è inutile fare finta che non sia così, in Italia i leader sono maschi, io sento questa differenza, mi accorgo che i maschi hanno più potere anche nel cinema. Ci sono tantissimi uomini mediocri che hanno un grande successo e pochissime donne geniali che per imporsi devono fare fatica, quando una donna deve fare qualcosa deve fare uno sforzo doppio e questo non mi va bene!»

Dove e quando

LE SORELLE MACALUSO, testo e regia Emma Dante. Con Serena Barone, Elena Borgogni, Sandro Maria Campagna, Italia Carroccio, Davide Celona, Marcella Colaianni, Alessandra Fazzino, Daniela Macaluso, Leonarda Saffi, Stephanie Taillandier. Luci di Cristian Zucaro. Armature di Gaetano Lo Monaco Celano. Produzione Teatro Stabile di Napoli Théâtre National (Bruxelles), Festival d'Avignon, Folkteatern (Göteborg) in collaborazione con Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale. Al Teatro Stabile di Napoli, Mercadante dal 22 al 26 gennaio 2014; dal 28 gennaio al 9 febbraio 2014 Roma, Teatro Palladium, dall’11 al 12 febbraio, Reggio Emilia, Teatro Ariosto, dal 29 aprile al 4 maggio, Torino, Fonderie Teatrali Limone; dal 5 al 18 maggio, Milano, Piccolo Teatro Grassi. Info tel. 081.5524214, info@teatrostabilenapoli.it, www. teatrostabilenapoli.it

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