L’allarme esiste ed è concreto. Diciassette casi di contagio da legionella e tre morti a Bresso e dintorni (i decessi, due 94enni e una donna di 84 anni, sono avvenuti all’ospedale di Cinisello Balsamo). E la popolazione si chiede: che cosa si può fare per evitare il contagio? Non molto, in verità, poiché il batterio si diffonde nella rete idrica, fontane e piscine, e si propaga soprattutto tramite vapore acqueo.
«I principali indiziati», spiega Massimo Galli, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive (Simit) «sono i condizionatori. Il batterio, anzi il gruppo di batteri della legionella possono essere presenti nell'acqua che arriva nelle case, ma si contrae per inalazione dell'aerosol. Di solito i veicoli principali sono i condizionatori, ma contagi sono arrivati addirittura attraverso la doccia. La diffusione del batterio è in aumento per diversi motivi, principalmente perché sono in aumento gli anziani, e poi perché si diffonde sempre di più l'uso di condizionatori nelle case, negli Usa soprattutto ma anche da noi. Questo determina anche una maggiore presenza di impianti obsoleti, o con una non corretta manutenzione, che sono quelli più pericolosi. C'è poi una stagionalita nelle infezioni ovviamente, perché d'estate si frequentano di più luoghi come le piscine o i centri termali che sono veicolo di infezione, oltre a usare di più i condizionatori»
L’azione preventiva e di bonifica fa fatta a monte, e su questo si sono attivati otto esperti del laboratorio di prevenzione dell’Ats Città metropolitana. La legionellosi è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila. Il genere Legionella è stato così denominato nel 1976, dopo che un’epidemia si era diffusa tra i partecipanti al raduno della Legione Americana al Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia. In quell'occasione la malattia fu contratta da 221 persone, con 34 morti. La fonte di contaminazione fu identificata nel sistema d'aria condizionata dell'albergo. A esserne colpiti sono i soggetti più fragili, gli anziani, gli immunodrepressi. Quando vengono attaccati la mortalità può essere molto alta, mentre negli altri soggetti se opportunamente trattati si abbassa notevolmente sino a una media del 5-10 %. Dopo un periodo di incubazione variabile da 2 a 10 giorni (in media 5-6 giorni), si manifesta come una polmonite infettiva. Nei casi gravi può insorgere bruscamente con febbre, dolore toracico, difficoltà respiratorio, tosse produttiva. La cura è a base di antibiotici. Già nel 2014 sempre a Bresso c’era stata un’altra epidemia con un morto.