(Foto Ansa)
Non parlate troppo male della gente di questa nostra terra! Non continuate a ripetere i luoghi comuni che riducono la gente di questa terra a gente sempre di fretta, sempre intenta a calcolare, a progettare, a vendere e a comprare!
Questa è anche terra di inquietudini, di attese, di domande, di pensieri. Questa gente è anche gente che alza la testa per leggere i cieli e indovinarvi una promessa. Questa terra è anche terra di poeti. Nei Magi si riconoscono spesso astrologi e cultori della scienza delle stelle. Credo però che anche loro fossero un po’ profeti e un po’ poeti.
Ma questa nostra terra è certo anche terra di poeti. E la domanda dove sia Gesù, chi sia Gesù, quando si possa incontrare Gesù, che cosa possa fare per noi Gesù continua ad abitare la città.
Si tratta di arrampicarsi sul sicomoro / per vedere il Signore se mai passi. / Ahimè, non sono un rampicante ed anche / stando in punta di piedi non l’ho mai visto. (E. MONTALE, Diario del 71 e del 72, Come Zaccheo): forse l’attesa è stata delusa? forse il desiderio si è spento? Siamo forse più saggi, se siamo rassegnati e non aspettiamo nessuno?
…
e non aspetto nessuno: / nell’ombra accesa / spio il campanello / che impercettibile spande / un polline di suono - / e non aspetto nessuno.
Ma deve venire, /verrà, se resisto, / verrà d’improvviso / quando meno l’avverto. / Verrà quasi perdono / di quanto fa morire, / verrà a farmi certo / del suo e mio tesoro. / Verrà come ristoro / delle mie e sue pene, / verrà, forse già viene / il suo bisbiglio. (C. REBORA, Canti anonimi, 1922, Dall’immagine tesa)
E poi accorgersi che l’attesa è stata prevenuta, che non è l’uomo che cerca dove sia nato il re dei Giudei, ma è il Salvatore del mondo che non si stanca di cercare chi vuole esse salvato:
Ma io so che mi ama / e ti dirò che si preannuncia sempre /con una grande frescura in tutte le membra / come se tu ricominciassi a vivere / e vedessi il mondo per la prima volta. / E questa è la fede, e questo è lui, / che ti cerca per ogni dove / anche quando tu ti nascondi /per non farti vedere
(A. MERINI, Sei fuoco e amore, 45)
È quindi promesso e possibile l’incontro che riempie di grandissima gioia, come una risurrezione:
Voi che siete oppressi / ed esaltati nel male / ricordate che eravate violini / pronti a suonare /le ragioni del mondo. / Poi qualcuno, / un demone assurdo di sacrificio / vi ha troncato le ultime parole. / Ahimè, poveri vetri infranti / che siete finiti in mille pezzi / e non sapete più ricomporvi. /Ma il mio sguardo d’amore /tornerà a ridarvi armonia. (A. MERINI, Cantico dei vangeli, 71-72)
Ecco, la nostra terra è terra di poeti:
… / Poesia, poesia che rimani / il mio profondo rimorso, /oh aiutami tu a ritrovare / il mio alto paese abbandonato- / Poesia che ti doni soltanto / a ci con occhi di pianto si cerca - /oh, rifammi tu degna di te, / poesia che mi guardi. (A. POZZI, Preghiera alla poesia, In Poesia Italiana - Il Novecento, 551)
La nostra è terra di poeti e c’è uno spiraglio di poesia anche in questa gente che sembra sempre di fretta, in questa terra che sembra fatta solo per lavorare, in questa terra la gente custodisce uno spiraglio e forse da quello spiraglio irrompe la luce della stella e la grandissima gioia.
Possiamo quindi accompagnare la conclusione del periodo delle feste natalizie con la benedizione che il Signore è venuto a portare, per fare alleanza tra il cielo e la terra, per annunciare il Regno di Dio. Molti non lo sanno, molti forse non lo cercano, ma credenti si incantano nella contemplazione e tornano agli impegni consueti responsabili della speranza.
… / Dormi, o celeste, i popoli / chi nato sia non sanno; / ma il dì verrà che nobile / retaggio tuo saranno; / che in quell’umil riposo, / che nella polve ascoso / conosceranno il Re.
(A. MANZONI, Il Natale)