Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 21 giugno 2025
 
Epifania
 

Monsignor Mario Delpini: "I Magi, un po' profeti e un po' poeti"

06/01/2019  Pubblichiamo il testo dell'omelia che l'arcivescovo di Milano ha pronunciato alla celebrazione eucaristica dell'Epifania in Duomo.

(Foto Ansa)

Non parlate troppo male della gente di questa nostra terra! Non continuate a ripetere i luoghi comuni che riducono la gente di questa terra a gente sempre di fretta, sempre intenta a calcolare, a progettare, a vendere e a comprare!

Questa è anche terra di inquietudini, di attese, di domande, di pensieri. Questa gente è anche gente che alza la testa per leggere i cieli e indovinarvi una promessa. Questa terra è anche terra di poeti. Nei Magi si riconoscono spesso astrologi e cultori della scienza delle stelle. Credo però che anche loro fossero un po’ profeti e un po’ poeti.

Ma questa nostra terra è certo anche terra di poeti. E la domanda dove sia Gesù, chi sia Gesù, quando si possa incontrare Gesù, che cosa possa fare per noi Gesù continua ad abitare la città.

Si tratta di arrampicarsi sul sicomoro / per vedere il Signore se mai passi. / Ahimè, non sono un rampicante ed anche / stando in punta di piedi non l’ho mai visto. (E. MONTALE, Diario del 71 e del 72, Come Zaccheo): forse l’attesa è stata delusa? forse il desiderio si è spento? Siamo forse più saggi, se siamo rassegnati e non aspettiamo nessuno?

e non aspetto nessuno: / nell’ombra accesa / spio il campanello / che impercettibile spande / un polline di suono - / e non aspetto nessuno. 

Ma deve venire, /verrà, se resisto, / verrà d’improvviso / quando meno l’avverto. / Verrà quasi perdono / di quanto fa morire, / verrà a farmi certo / del suo e mio tesoro. / Verrà come ristoro / delle mie e sue pene, / verrà, forse già viene / il suo bisbiglio. (C. REBORA, Canti anonimi, 1922, Dall’immagine tesa)

E poi accorgersi che l’attesa è stata prevenuta, che non è l’uomo che cerca dove sia nato il re dei Giudei, ma è il Salvatore del mondo che non si stanca di cercare chi vuole esse salvato:

Ma io so che mi ama / e ti dirò che si preannuncia sempre /con una grande frescura in tutte le membra / come se tu ricominciassi a vivere / e vedessi il mondo per la prima volta. / E questa è la fede, e questo è lui, / che ti cerca per ogni dove / anche quando tu ti nascondi /per non farti vedere

(A. MERINI, Sei fuoco e amore, 45)

È quindi promesso e possibile l’incontro che riempie di grandissima gioia, come una risurrezione:

Voi che siete oppressi / ed esaltati nel male / ricordate che eravate violini / pronti a suonare /le ragioni del mondo. / Poi qualcuno, / un demone assurdo di sacrificio / vi ha troncato le ultime parole. / Ahimè, poveri vetri infranti / che siete finiti in mille pezzi / e non sapete più ricomporvi. /Ma il mio sguardo d’amore /tornerà a ridarvi armonia. (A. MERINI, Cantico dei vangeli, 71-72)

Ecco, la nostra terra è terra di poeti:

… / Poesia, poesia che rimani / il mio profondo rimorso, /oh aiutami tu a ritrovare / il mio alto paese abbandonato- / Poesia che ti doni soltanto / a ci con occhi di pianto si cerca - /oh, rifammi tu degna di te, / poesia che mi guardi. (A. POZZI, Preghiera alla poesia, In Poesia Italiana - Il Novecento, 551)

La nostra è terra di poeti e c’è uno spiraglio di poesia anche in questa gente che sembra sempre di fretta, in questa terra che sembra fatta solo per lavorare, in questa terra la gente custodisce uno spiraglio e forse da quello spiraglio irrompe la luce della stella e la grandissima gioia.

Possiamo quindi accompagnare la conclusione del periodo delle feste natalizie con la benedizione che il Signore è venuto a portare, per fare alleanza tra il cielo e la terra, per annunciare il Regno di Dio. Molti non lo sanno, molti forse non lo cercano, ma credenti si incantano nella contemplazione e tornano agli impegni consueti responsabili della speranza.

… / Dormi, o celeste, i popoli / chi nato sia non sanno; / ma il dì verrà che nobile / retaggio tuo saranno; / che in quell’umil riposo, / che nella polve ascoso / conosceranno il Re.

(A. MANZONI, Il Natale)

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo