Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 18 aprile 2025
 
dossier
 

Erbil, la capitale mondiale dei profughi

03/03/2015  Un milione e mezzo di abitanti ha accolto 750 mila profughi sfuggiti alle violenze dell'Isis.

La piazza centrale e il bazar di Erbil.
La piazza centrale e il bazar di Erbil.

Da Erbil – Se uno vuol vedere come funziona, o forse come non funziona, questo mondo d’oggi può venire qui, a Erbil, il capoluogo del Kurdistan. Dieci anni fa, subito dopo la caduta di Saddam Hussein, era una piccola città di curdi orgogliosi in condizioni di vita quasi misere. Oggi è una grande città di centri commerciali (Carrefour, Auchan, sono tutti qui), cinema multisala (spopola American sniper, il cecchino di Clint Eastwood che faceva fuori iracheni a decine, e ci vuole una certa solidità psicologica per andarlo a vedere qui, di questi tempi), bar e graziosi caffè dove le signore gustano fette di torta e bibite.

Erbil, però, è anche la capitale mondiale dei profughi: 1 milione e mezzo di abitanti e 750 mila persone che, nel giro di poche settimane l'estate scorsa, si sono rifugiate qui dalle zone dell'Iraq e della Siria occupate dai jihadisti. Sì, perchè a soli trenta-quaranta chilometri da qui c’è l’Isis, che considera tutta la modernità di questa città un peccato mortale, un tradimento dell’islam, un fenomeno da sradicare a cannonate e coltellate nella gola.

Musulmani sunniti di là e musulmani sunniti di qua, anche se l’afflusso dei profughi cristiani in Kurdistan ha lievemente modificato le proporzioni. Donne velate tra i tagliagole (tutte, implacabilmente) e donne velate tra i curdi (diciamo un 40%, visibili soprattutto nelle città, dove i vincoli familiari fatalmente si allentano e quindi “riconoscersi” è più importante). Persino, in qualche caso, curdi di qua e di là: il comandante delle milizie Isis che davano l’assalto a Kobane era un curdo. Ucciso in battaglia, è stato sostituito nell’incarico da uno dei suoi fratelli.

E’ ancora tutto da capire, insomma, come si possa crescere in modo sostanzialmente simile e ritrovarsi su posizioni così lontane, inconciliabili, nemiche. Un fenomeno forse non molto diverso da quello dei vari Kouachi e Coulibaly, nati con noi, cresciuti tra noi, educati come noi e un maledetto giorno pronti ad ammazzarci. 

Multimedia
Ecco la Mesopotamia mai vista scavata dagli italiani... nonostante l'Isis
Correlati
Terry Dutto: "Medicine, un aiuto prezioso"
Correlati
Ecco la Mesopotamia mai vista scavata dagli italiani... nonostante l'Isis
Correlati
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo