Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 29 aprile 2025
 
 

Sara Errani tra le giganti del tennis

09/06/2012  Alla finale del Roland Garros di Parigi l'italiana Errani non ce la fa contro la russa Maria Sharapova. Ma conquista la decima posizione nella classifica mondiale.

Ci sono giorni in cui va in salita tutto, anche i sogni. La finale del Roland Garros di Sara Errani è stato uno di quei giorni. S'è visto dal momento in cui Maria Sharapova è sbucata dalle scale che portano dalla pancia dello stadio al campo. Aveva tutto contro, Sara Errani: l'aria da diva consumata della sua avversaria entrata in campo in total black, quasi a pregustare la cerimonia; la fatica figlia di un percorso con tante partite al terzo set contro avversarie sulle carta più forti; il cammino parallelo del torneo di doppio, giocato in coppia e vinto con Simona Vinci ieri; i 14 centimetri di statura che la separano da Sharapova, numero uno del mondo, e la classifica, naturalmente: di tutte le sproporzioni la più banale.

E contro tutto questo: una sola soluzione, l'unica possibilità di ribaltare tutto. Quello che nel tennis dell'uomo qualunque si chiama tergicristallo: spostare l'avversario in lungo e in largo per il campo, difficilissimo contro un'avversaria che picchia forte e preciso negli angoli come Maria Sharapova, avvantaggiata da un servizio che parte sempre altissimo. E infatti si comincia con una salita a ogni game più impervia: 2-0 in 5 minuti, 3-0 in 8, 4-0 in neanche un quarto d'ora.

Ma non è così che va a finire, Sara Errani non è una che s'arrende neanche quando di là la bionda sembra volerla sbrigare con la supponenza di Giulio Cesare in Gallia. Sara Errani sembra Asterix senza pozione magica, minuta e sola contro una forza che, con tutta la sua grinta, non riesce a contrastare. Però non si arrende mai, nemmeno se di là non si sbaglia mai, nemmeno se a guardare c'è, come c'è, la storia del tennis: Aranxa Sanchez, Martina Navratilova, Monica Seles, leggende.


Ci sono giorni in cui si parte in salita e non bastano nemmeno le magie come la volé bassa di rovescio al quarto gioco del secondo set, come la riga presa per strappare il servizio e restare in partita sul 4-2 del secondo, non basta il break sfiorato sul 5-2 ai vantaggi quando sembra perduto tutto. Non basta il 79% di prime palle di servizio. Non bastano e basta.


Solo per vincere però. Bastano eccome per dire che Sara Errani c'è nel tennis che conta, dopo il quarto di finale dell'Australian open, dopo la vittoria nel doppio di ieri, dopo il lungo percorso che l'ha portata fin qui, a una finale persa, di questo Roland Garros che l'ha vista entrare numero 24 del mondo e uscirne numero 10, segno che la strada in salita, comunque, non le ha fatto paura. Di là c'era Maria Sharapova che ha dimostrato che si può vincere, farsi male, perdere e risalire. Chapeau.

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo