Dopo i fatti di Colonia, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato un giro di vite sul tema "immigrati e reati". In particolare ha annunciato, con una presa di posizione poi replicata dalla direzione del suo partito, la Cdu, il rifiuto o il ritiro del permesso di soggiorno, e quindi l'espulsione, degli immigrati "colpevoli di reati o responsabili recidivi di infrazioni", anche se rifugiati o richiedenti asilo.
In Italia un simile provvedimento è già possibile. E' prevista, infatti, l'espulsione amministrativa, disposta dal prefetto, per sospetta pericolosità sociale dello straniero. Questa espulsione può essere decisa nei confronti dello straniero ritenuto abitualmente dedito a traffici delittuosi; dello straniero che, per condotta o tenore di vita, si ritenga vivere abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose; dello straniero ritenuto, a causa del suo comportamento, dedito alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l'integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica; dello straniero indiziato di appartenere ad associazione di stampo mafioso.
Una casistica che certamente può comprendere anche episodi come quelli registrati a Colonia la notte di Capodanno.
In tutti questi casi, inoltre, il prefetto può agire in piena autonomia e non ha bisogno di controllo o autorizzazione da parte del giudice. L'unica limitazione arriva nel caso in cui lo straniero espulso sia contemporaneamente soggetto a un procedimento penale. In quel caso, per procedere all'espulsione, è necessario il nulla osta dell'autorità giudiziaria.
Resta da vedere, naturalmente, se le autorità vorranno o sapranno applicare la legge.