Gina e Rocco, con Cristopher, loro figlio, se la ricordano bene quella vacanza. Era l’estate di vent’anni fa. Se la ricordano perché, spesso, quando in famiglia c’è un bimbo con una grave disabilità, l’idea stessa di vacanza diventa un duro banco di prova, a volte un miraggio. Bisogna trovare strutture adatte e accessibili (tuttora non sono molte, vent’anni fa erano pochissime), bisogna gestire spostamenti e ritmi di vita imprevisti. E sostenere molti costi, che si aggiungono a quelli per le terapie. L’impatto economico non è certo alla portata di tutti. Ma in quell’estate di vent’anni fa, Gina e Rocco furono contattati dalla fondazione Paideia, che propose loro di trascorrere una settimana di vacanza e relax in un ambiente protetto, insieme con altre famiglie. Era un’idea semplice quanto indispensabile, perché in certi momenti la più grande conquista è potersi concedere qualche istante di normalità. Accettarono. E fu l’inizio di un cambiamento, tanto che ora entrambi lavorano per il centro Paideia: lei in caffetteria, lui come custode.
La vicinanza ai bimbi con disabilità e alle loro famiglie è proprio la ragion d’essere della Fondazione Paideia, nata nel 1993, su iniziativa delle famiglie torinesi Giubergia e Argentero, con l’obiettivo di costruire una società più inclusiva e attenta ai bisogni di tutti.
Dal 2001, anno in cui per la prima volta si tenne l’Estate Paideia, quasi 800 famiglie e 1.500 bambini con disabilità hanno avuto la possibilità di trascorrere una settimana in serenità e armonia. E sono 1.200 i volontari che hanno dato il loro contributo, ricevendo gioia e arricchimento personale. Quella di Irene è una tra le tante testimonianze che si possono incontrare, scorrendo il sito della Fondazione. «Se si dovessero chiudere in valigia il numero di abbracci scambiati non se ne troverebbe facilmente una abbastanza grande» racconta la volontaria. «Ma non serve, perché restano tutti nel cuore, da portare con sé, come carica per tante altre esperienze, in momenti più freddi, complicati e ordinari».
Per molti anni le settimane di vacanze si sono svolte in un villaggio in Toscana, fra castelli di sabbia, ombrelloni, tuffi in mare e in piscina. Poi, nel 2020, l’improvviso esplodere della pandemia ha costretto a rivedere i piani, ma, grazie al supporto della fondazione Carlo Denegri, è stato trovato un luogo adatto alle nuove esigenze: è Orsolina28, un centro internazionale dedicato alla danza, che si trova nel cuore del Monferrato, a Moncalvo (Asti). Così, inaspettatamente, l’estate si è arricchita di una nota artistica. Cambiano gli spazi, non cambia lo spirito di allegria e condivisione che da sempre caratterizza le settimane dedicate alle famiglie. E quest’anno, proprio per celebrare i vent’anni del progetto, lo spazio di Orsolina28 diventa la cornice per una serata solidale a sostegno di Estate Paideia, con Matteo Baronetto, chef del ristorante Del Cambio (storico e prestigioso locale torinese).
«Da vent'anni per noi ogni estate è una straordinaria occasione per essere concretamente d'aiuto a tante famiglie» spiega Fabrizio Serra, direttore Fondazione Paideia. «Lavoriamo sul diritto dei genitori e dei loro bambini a vivere esperienze di benessere e socializzazione, per poter guardare al futuro con maggiore fiducia».
Per maggiori informazioni e per sostenere il progetto www.fondazionepaideia.it