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mercoledì 11 settembre 2024
 
 

Europa, divorzio all'inglese

09/12/2011  Dopo il vertice notturno il sistema monetario europeo viaggia di fatto su due binari diversi. Ma il presidente della Bce Mario Draghi si dice soddisfatto.

Il 2012 sarà l’anno delal fine dell’euro? Ciò che sembrava impossibile solo a pensarsi, è diventato un’ipotesi molto concreta. Un passo in avanti verso il baratro lo hanno fatto James Cameron e Nicolas Sarkozy, dopo il vertice notturno dell’Unione europea durato dieci ore. Per il “no” inglese è saltata la possibilità di un accordo a 27 dei Paesi europei sulle misure da adottare per salvare la moneta unica. Si è così dovuto ripiegare su un accordo tra i 17 Paesi della zona euro più altri sei Stati. E così è nata l’Europa a due velocità.

A ben vedere, è sempre la solita storia che va avanti da secoli. La Francia e l’Europa propongonoun accordo, il regno di sua Maestà, che ha ancora la sterlina, risponde che non rinuncerà mai alla sua sovranità, compresa quella monetaria. Ed è esattamente quello che detto Cameron in conferenza stampa. Gli accordi riguardano vincoli di bilancio che renderebbero i debiti dei Paesi più solidi. Viene previsto infatti uno sforamento strutturale massimo pari allo 0,5% del Pil, lasciando la possibilità di aggiustamenti del deficit a fronte di cicli economici sfavorevoli o congiunture economiche eccezionali. In ogni caso la premiata ditta Sarkozy, Merkel and Co. si dice soddisfatta del bicchiere mezzo pieno , soprattutto per la disponibilità del Fondo monetario internazionale per 200 miliardi.

Sarà la Bce ad amministrare il fondo salva Stati.  Soddisfatto anche il presidente della Bce Mario Draghi, per nulla preoccupato della doppia velocità che crea di fatto due Europe: «Si è arrivati a conclusioni che saranno dettagliate e attuate nei prossimi giorni” , ha detto, “siamo vicini all'accordo per il patto fiscale, una buona base per una disciplina nella politica economica dei paesi membri».  

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