«È un salto. Un salto abissale, sotto il livello di civiltà, di umanità». Così il cardinale Elio Sgreccia, presidente della Fondazione Ut Vitam habeant e presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, ha commentato a Radio Vaticana il primo sì del parlamento belga all'estensione dell'eutanasia anche ai minori.
«Questa decisione», ha affermato il porporato e bioeticista, «non tocca soltanto la sensibilità di tutte le religioni che in Belgio hanno fatto sentire la loro voce, ma tocca il senso umano perché il minore, specialmente se fragile, specialmente se malato va aiutato, va sostenuto con le medicine e con l'assistenza morale e psicologica e spirituale».
«Vorrei ricordare», ha spiegato, «che la Carta dei Diritti dell'Uomo, del 1948, ha dato luogo ad un insieme di diritti di carattere etico-giuridico che appunto protegge il bambino, il minore, anche dalle sperimentazioni. Non consente, soprattutto, la violazione del diritto alla vita».
«Se si giustifica un intervento umanitario, anche armato, per fermare la lesione dei diritti umani», ha aggiunto il card. Sgreccia, «qui c'è da mobilitare se non altro le coscienze; c'è da indire una speciale preghiera perché Dio provveda a fermare questa decisione che è inumana, mai fino ad ora immaginata, permessa».
Nel testo approvato dal Parlamento di Bruxelles si fa riferimento al fatto che dovrà essere uno psicologo a “certificare” il grado di consapevolezza del bambino: «Chiunque sia a certificarlo, non può certificare il diritto alla vita», è la riflessione di Sgreccia. «Io non ho visto mai che ad una persona che sta per suicidarsi buttandosi da un ponte, gli si vada a chiamare lo psicologo…».
In conclusione, sottolinea il cardinale, «non aveva proprio bisogno, l’Europa, di fare questo ultimo passo: dopo la denatalità che già si configura come auto-genocidio, perché siamo al di sotto del livello compensativo tra chi nasce e chi muore; ma quest’ulteriore passo è enormemente peggiorativo della situazione: il diritto alla vita va ad essere tolto anche ai bambini, anche agli adolescenti».