A Roma, vicino a Piazza San Pietro, a Borgo Pio, abbiamo trascorso un po’ di tempo con il regista Evgeny Afineevsky per parlare del documentario Francesco, presentato alla Festa del Cinema. «Ho incontrato il Papa cinque volte. Il suo obiettivo è aiutare, è un uomo d’azione. L’ho descritto come un essere umano, non come un sovrano. Lui vuole ispirarci per essere migliori. Uniti, insieme, siamo più forti. Se tutti iniziassimo a fare qualcosa per questo mondo malato, potremmo cambiarlo. Questo è il messaggio fondamentale che il Papa cerca di darci. È molto umile, mi ha seguito nelle varie fasi di questo progetto, mi ha sostenuto. In ogni nostra conversazione mi ha colpito il suo modo di essere diretto, trasparente, ti tratta come un suo pari. È affascinante, è come parlare con un amico, con un padre, un fratello. Durante il suo pontificato, non ha mai lasciato indietro nessuno, si è unito alla sofferenza di ognuno di noi. È dalla parte dell’umanità, anche di chi non è cattolico. È dalla parte delle famiglie, del pianeta».
Su Francesco: «Non volevo fare un film su di lui, ma su di noi. I gesti, le sue parole, l’intenzione era di affrontare tutte le grandi tematiche che ci riguardano da vicino, di educare il pubblico a ciò che ci circonda. Anche durante la pandemia abbiamo continuato a sentirci. Comunichiamo un po’ in spagnolo e un po’ in inglese. Non ha mai smesso di interessarsi al film. Mi ha consigliato, mi ha trasmesso le sue emozioni», prosegue Afineevsky, anche autore di Winter on Fire e Cries from Syria. Il resto dell’intervista sarà disponibile sul prossimo numero di Famiglia Cristiana, in edicola da giovedì 29 ottobre.