4 ottobre, giornata di San Francesco e avvio del Sinodo sulla famiglia. Con questo spirito la Caritas ambrosiana porta a Expo la Mensa dei Popoli e la riflessione di un anno su come le famiglie possono “Con-dividere per moltiplicare”. Versando 10 euro, visitatori e simpatizzanti hanno pranzato dando la possibilità a 1.800 persone che vivono in situazione di disagio, abitanti a Milano e Lombardia, di visitare l’Esposizione universale e di mangiare nel piazzale antistante Cascina Triulza, il cuore sociale di Expo. Un totale di tremila coperti, cibo «ecologico e sostenibile», tavolate apparecchiate con materiale riciclabile per non inquinare e sprecare.
Al convegno della mattina, invece, sono state protagoniste le famiglie che, cambiando il proprio stile di vita, hanno vissuto la condivisione in prima persona, spronando così la società civile a prendersi cura del bene comune. Il percorso è iniziato un anno fa e nel 2015 si sono svolti laboratori territoriali in 20 dei 74 decanati della Diocesi di Milano, aggregando diverse esperienze familiari che praticano quel “con-dividere per moltiplicare” che è lo slogan della presenza Caritas in Expo. Sono state 400 le associazioni e le reti informali di famiglie coinvolte, che si sono incontrate e in alcuni casi scoperte l’un l’altra.
Quattro gli assi tematici: prendersi cura, abitare, lavorare e consumare. Tutti declinati alla luce dell'enciclica Laudato Si’ di papa Francesco, in cui si legge: «Quando siamo capaci di superare l’individualismo, si può effettivamente produrre uno stile di vita alternativo e diventa possibile un cambiamento rilevante nella società». Ciò che accomuna le esperienze è la scelta di “non bastare a noi stessi”, di essere famiglie aperte che vivono l’amore della coppia non concentrandosi su di sé, ma aprendo la porta di casa. Imprenditori che investono gli utili dell’azienda in progetti sociali, preferendo la Panda e rinunciando alla Ferrari, famiglie che vivono esperienze di convivenza e condivisione; e ancora, la famiglia che tutte le domeniche accoglie in casa un ragazzo in difficoltà, quella che offre la vacanza ai coetanei del figlio meno fortunati, oppure i gruppi di acquisto che privilegiano il rapporto diretto con il produttore come garanzia del rispetto del Creato.
Nella proposta di nuovi stili di vita di Caritas, anche piccole scelte possono avere un forte impatto nella società: se insegneremo a nostro figlio l’importanza della raccolta differenziata, lui porterà questo valore nell’azienda, nell’amministrazione pubblica o nel settore in cui lavorerà da grande. Negli interventi dei relatori, il caffè della mattina va insieme con i più grandi discorsi sulle banche e il capitale finanziario. Suor Alessandra Smerilli, docente di economia politica alla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, spiega: «Se da oggi tutti decidessimo di bere il caffè solo nei bar senza slot machine, il problema del gioco d’azzardo sarebbe in gran parte risolto. A Roma talvolta devo camminare mezz’ora per trovare un bar senza macchinette; se mi accorgo che ne hanno, disdico il caffè anche se l’ho già ordinato, spiegando che la mia coscienza me lo impedisce. Allo stesso modo, ringrazio a voce alta i titolari di bar che hanno rinunciato a fare soldi in questo modo».
Nel luglio 2013, la suora salesiana ha lanciato la campagna “Slotmob”, che organizza aperitivi con centinaia di persone per premiare i bar che rinunciano alle macchinette. E con lo stesso spirito dice: «E cosa succederebbe se tutti i religiosi chiudessero i conti delle congregazioni dalle banche senza garanzia di etica e li spostassero in contemporanea verso altri istituti più trasparenti?». Continua con un altro esempio: «Se vado a una festa e dico che sono senza lavoro, sono guardata con biasimo. La stessa cosa non succede se dico che non ho tempo di occuparmi di mio padre anziano. Quanto potremmo fare cambiando stili di vita!». Del resto si legge nella Laudato si’: «Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale. È ciò che accade quando i movimenti dei consumatori riescono a far sì che si smetta di acquistare certi prodotti e così diventano efficaci per modificare il comportamento delle imprese, forzandole a considerare l’impatto ambientale e i modelli di produzione».
Concorda anche la biblista Rosanna Virgili: «Nel Vangelo, tavola e cibo non sono irrilevanti». La prima scena che evoca è la parabola del povero Lazzaro e del ricco epulone. «Lo spazio», dice la teologa, «è gerarchico: il ricco banchetta a tavola, il mendicante alla porta brama gli avanzi e, a sua volta, si fa nutrimento dei cani che gli leccano le piaghe. Gesù denuncia questa ingiustizia sociale ed economica, che era tuttavia legittimata. Succede anche quando Gesù va alla tavola del fariseo: entra Maria Maddalena e gli lava i piedi, ma i commensali lo contestano perché si lascia toccare i piedi da una peccatrice. Gesù la riabilita, innescando un processo critico della società».
Infine Virgili ricorda l’immagine chiave del messaggio di Caritas all’Expo, la moltiplicazione dei pani e dei pesci: «Prima i discepoli sono chiamati a condividere la fame, altrimenti difficilmente si moltiplica. Quindi si innesca un processo di comunione, non di spazi da occupare. A quel punto si imbandisce la tavolata sul prato, senza cani che leccano ferite o bisogno di abluzioni: se c’è ecologia e rispetto della natura, il Creato diventa altare di equità e luogo puro». È un messaggio anche per le famiglie: «Occorre essere fabbriche di speranza», dice la biblista, «per rompere muri iniqui, come ha detto papa Francesco negli Usa».
(nella foto sopra: la Mensa dei Popoli, il pranzo solidale promosso da Caritas ambrosiana e Duomo Viaggi ad Expo il 4 ottobre)