L'ultimo linguaggio della serata è quello della preghiera e dell'invocazione. È il cardinale Angelo Scola a pronunciarla dal sagrato del Duomo trasformato in palcoscenico dove ad un certo punto si spalanca la porta centrale del Duomo e il cardinale si inginocchia davanti all'Eucaresti, nel silenzio assoluto dei circa 50 mial che gremiscono la piazza. L'Eucaristia viene raccontata e interpretato da numerosi artisti, dal cantautore Davide van De Sfroos agli attori Piera degli Esposti, Giacomo Poretti, Elisabetta Pozzi; dagli scrittori Alessandro Zaccuri e Luca Doninelli alla soprano Tania Kassis, icona del dialogo interreligioso che ha intonato l’Ave Maria. C'è la Parola di Dio, dalle parabole dei Vangeli, e le parole degli uomini, da Alessandro Manzoni a Doninelli.

«Ci hai fatti per te, Signore», dice l'arcivescovo di Milano riecheggiando Agostino, «Solo Tu conosci fino in fondo la nostra fame. Fame di cibo, di lavoro, di dignità. Fame di vita e di edificazione comune. Fame di bellezza, di bontà e di verità. Fame d’amare ed essere amati». Poi prosegue: «A volte pensiamo che bastino l’indagine e la conoscenza, ci affidiamo alla scienza come i nostri padri al vitello d’oro. Ci lasciamo conquistare dalle profezie di un mondo nuovo, “sognando sistemi talmente perfetti che nessuno avrebbe più bisogno di essere buono”. Signore, Tu, oggi come ieri, con l’Eucaristia, offerta della Tua vita, ripeti anche a noi: “Dategli voi stessi da mangiare”». E infine: «Ci doni il pane quotidiano perché possiamo moltiplicarlo per i nostri fratelli. Ti fai cibo per noi, perché noi possiamo diventare cibo per il mondo». È l'invocazione che sigilla lo spettacolo di musica, teatro, arte e riflessione in piazza Duomo a Milano che segna l'inizio ufficiale della presenza della Chiesa all'Expo.

Una presenza nel segno della provocazione e della riflessione attraverso il padiglione della Santa Sede e l'edicola Caritas. E nel segno della solidarietà, anche. Perché a Milano sono arrivati i 147 delegati della Caritas di tutto il mondo che martedì all'Expo partecipano al "Caritas Day". Sul palco di piazza Duomo, sale il presidente uscente di Caritas Internationalis, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, che apre la serata e in stile obamiano, col sorriso, grida: «Yes, we can. Dobbiamo ascoltare il grido degli affamati e dobbiamo essere consapevoli che la fame si può sconfiggere». A Milano, seduto in prima fila, c'è anche il suo successore appena eletto, l'arcivescovo di Manila Luis Antonio Tagle che accanto a Scola ride di gusto al monologo di Giacomo Poretti che indica in Gesù il primo «nutrizionista» della storia, pur essendo «falegname e senza laurea».
Piera degli Eposti legge il racconto della Creazione dal libro della Genesi e l'Inno alla carità di San Paolo, Matteo Bonanni il miracolo delle nozze di Cana e la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Poi I Promessi Sposi di Manzoni e Marcellino pane e vino. C'è l'intermezzo della Cavalleria Rusticana di Mascagni fino all'Ave Maria in versione islamo-cristiana della soprano libanese Tania Kassis che canta insieme Maen Zakaria e Mahmuod Massaad. «Fondere assieme due stili così diversi», aveva detto alla vigilia, «in una preghiera emotiva significa che le persone possono avere tradizioni diverse e nonostante ciò essere unite, come due stili musicali».

Il filo rosso è l'Eucaristia, il “pane degli angeli” che diventa “pane degli uomini” e che gli uomini sono chiamati a condividere tra loro attraverso gesti concreti di carità. Come il Refettorio Ambrosiano, realizzato per Expo nel quartiere di Greco, di cui parla il parroco don Giuliano Savina intervistato da Alessandro Zaccuri.

Un altro gesto concreto di carità è la raccolta fondi a fine serata a sostegno delle popolazioni del Nepal colpite dal terremoto di aprile. C'è un intervento video di padre Pius Perumana, direttore della Caritas nepalese, che spiega qual è la situazione della popolazione. «La fede supplisca all'insufficienza dei sensi», canta il coro nel Tantum Ergo Sacramentum, antico inno eucaristico eseguito dal Corpo musicale di Giussano e Paina Brugazzo. Racconta lo “scandalo” di Dio che si fa pane per gli uomini per evitare l'altro scandalo: quello degli uomini che negano il pane ai loro fratelli.
Infine, tre Ave Maria a ricordare la Madonnina, invocata da Scola che dall'alto del Duomo veglia sulla città. C'è quella in milanese del cantautore Davide Van De Sfroos. Poi, appunto, quella islamo-cristiana cantata dalla libanese cristiana Tania Kassis assieme ai libanesi sunniti Maen Zakaria e Mahmoud Massaad, che si mescola al canto del muezzin, la chiamata alla preghiera islamica. Infine, l'Ave Maria di Gounod cantata da Deborah Iurato. «Solo insieme», ricorda Scola alla fine, «si può costruire la civiltà dell'amore».