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venerdì 13 settembre 2024
 
Musica
 

La colonna sonora dell'Expo, con l'Apocalisse

01/05/2015  Le orchestre e istituzioni musicali di Milano hanno allestito un ricco palinsesto di concerti di grande interesse. Fra questi, un cenno a parte merita "Apokàlypsis", un Oratorio di Marcello Panni con l'Orchestra Verdi.

Pronti ad una scorpacciata di manifestazioni e di Musica nel segno di Expo 2015? I termini della domanda non devono stupire: il tema dell’evento a Milano è “nutrire il pianeta” e già si sa che il cibo, inteso soprattutto come “consumo” più che “nutrimento” fungerà da grande richiamo per i visitatori. Ma fortunatamente chi verrà a Milano e visiterà la regione avrà tante e tali occasioni per nutrire l’anima, lo spirito e la cultura, da riportare l’esperienza su un piano molto più elevato. E le proposte musicali appartengono a questa dimensione.

Le Istituzioni musicali milanesi (per limitarci al capoluogo ospitante) si sono date da fare. E ciascuna ha creato un’offerta con programmi e progetti creati ad hoc. La Scala, si sa, ha impaginato un cartellone di richiamo, con la Turandot di Puccini iniziale della quale molto si è parlato, con un Festival delle Orchestre aperto dai mitici Berliner Philarmoniker il 2 maggio, con titoli come Barbiere di Siviglia o Cavalleria e Pagliacci: ma anche con la novità Co2 di Battistelli sulla quale avremo modo di tornare, visto che tratta l’urgente tema dell’inquinamento. Gli storici Pomeriggi Musicali hanno esteso il loro programma fino ad agosto, organizzano bei concerti da camera nel Chiostro delle Stelline ed hanno creato una serie di appuntamenti, I pomeriggi d’autore, che si annunciano molto interessanti perché sommano i generi. I Pomeriggi inoltre hanno registrato il logo musicale di Expo in Città che è stato composto da Giovanni Sollima.

L’Orchestra Verdi si è preparata da tempo. Il suo è un vero catalogo di “ghiotte” idee. Francesco Maria Colombo ha ideato e dirige una serie di concerti che esplorano la musica della singole Nazioni. Nicola Campogrande ha scritto le variazioni sugli inni nazionali. La chiesa di San Gottardo a Palazzo Reale ospitita una serie dedicata ai classici. Ma l’Orchestra ha avuto un occhio di riguardo per il sacro. Ed in questo ambito propone uno degli appuntamenti più interessanti dei sei mesi: Apokàlypsis, un Oratorio di Marcello Panni in due parti e sette quadri, con un prologo e un epilogo, tratto dall’Apocalisse di Giovanni, su progetto del Cardinale Gianfranco Ravasi. Impegnati nell’esecuzione saranno due attori, Elio de Capitani e Chiara Muti, coro misto e coro di bambini. Oltre all’orchestra composta da strumenti a fiato e percussioni.

L’autore, che salirà anche sul podio, così descrive il suo lavoro: “Il testo dell’oratorio è un estratto di brani dal libro dell’Apocalisse di San Giovanni, l’ultimo e il più misterioso dei libri della Bibbia; la scelta dei versetti è stata fatta secondo le indicazioni di uno dei massimi commentatori delle Sacre Scritture, il Cardinale Gianfranco Ravasi. Un uomo e una donna recitano i versetti in italiano, alternandosi e a volte sovrapponendosi alla musica. Il coro invece intona la versione in latino, ma anche in francese, inglese, tedesco, spagnolo, e nel finale in greco. La visione di Giovanni è tutta piena di riferimenti alla musica: suonano, e più volte, le 7 trombe e le arpe, si intonano cori angelici e di Anziani che adorano l’Agnello, per non tacere dei rumori naturali della tempesta, del tuono, del divampare delle fiamme, del terremoto”.

I riferimenti simbolici al testo sacro sono molti: “infatti ho adottato il numero sette come elemento portante ritmico e strutturale della musica. Non sono forse sette le note e sette i cieli che ruotando attorno alla Terra e producono l’Armonie delle Sfere?” Il Cardinal Ravasi, al quale è dedicato il lavoro, commenterà personalmente il contenuto simbolico dell’Apocalisse di Giovanni: “non leggerà un testo, perché un cardinale non può recitare essendo tenuto a dire solo la verità – spiega Panni – ma stimolerà il pubblico con le sue riflessioni”. Il 12 maggio in San Marco ci sarà di che nutrire lo spirito.

 
 
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