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venerdì 04 ottobre 2024
 
Le domande dei lettori
 

Expo: successo o fiasco?

22/11/2015  L'Esposizione universale si è conclusa da meno di un mese, ma ancora in molti non sanno come valutare la kermesse che ha ha portato tutto il mondo a Milano. E alcuni nostri lettori ci rimproverano di aver messo in risalto solo gli aspetti positivi. La risposta del direttore, don Antonio Sciortino.

Caro don Antonio, le scrivo per esprimerle una mia sensazione su come Famiglia Cristiana ha trattato l’Expo. Gli avete dato tanta attenzione, anche se nei paesi di provincia come il mio il tema non è stato molto sentito. A parte lo spazio dedicato, ne avete sempre parlato come di un grande successo, senza ombre. Come lettrice mi sarei aspettata un modo meno omologato e più critico di valutare Expo sui temi della nutrizione, della fame, del clima, dell’acqua... Molti hanno detto che su questi temi Expo è stata una delusione. E lei sa che Caritas, Slow Food e tante Ong italiane e straniere l’hanno criticata e non hanno firmato la Carta di Milano. Ecco, un giornale cattolico e serio come il vostro non avrebbe dovuto raccontare la “favola” che tutto è stato bello, ma dire con coraggio che i temi più importanti sono stati ignorati. Non è ciò che ci chiede il Vangelo? Anche l’intervista al dirigente Sala era molto accomodante, non ha sollevato critiche e problemi. Con immutata stima.

FRANCA

Acquistando l’ultimo numero di Famiglia Cristiana (n. 42/15), sono rimasto più che meravigliato dalla foto di copertina con relativo titolo “Expo: missione compiuta”. L’immagine della fontana illuminata dai fuochi di artificio mi ha fatto ritornare alla mente il “vitello d’oro” che gli ebrei si erano costruiti per adorarlo, visto il ritardo di Mosè a scendere dal monte Sinai. Gli articoli sull’Expo non hanno fatto altro che esaltare l’avvenimento come fatto epocale. Non mi sento di appartenere alla categoria dei “detrattori”, ma  seguo il Vangelo che dice che non si possono servire due padroni: Dio e Mammona. Infine, credo che le grandi multinazionali che hanno finanziato l’Expo sono un po’ come il serpente biblico che ha tentato Adamo ed Eva: dopo aver sfruttato per anni il Terzo Mondo e affamato milioni di persone, questi nuovi paladini si ergono a salvatori del mondo! Quando si spegneranno le luci di questo fantasmagorico evento, chi trarrà i maggiori vantaggi?                

GIACOMO G. – Cosenza

Expo 2015 di Milano, che aveva per tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, non è stato immune da critiche e polemiche ancor prima che, nel maggio scorso, si aprissero i varchi per i visitatori. C’era chi scommetteva, visti i ritardi dei lavori, che non si sarebbe fatto a tempo a inaugurarla. Partita un po’ in sordina, tra diffidenze, dubbi e problemi di corruzione, con il passare dei mesi Expo s’è rivelata un vero successo di pubblico, con gente disposta a fare la fila per ore pur di vedere i padiglioni più interessanti. Numerosi capi di Stato sono venuti a Milano e l’immagine dell’Italia nel mondo ne ha acquistato in prestigio. Registrare tutto ciò, per dovere di cronaca, è sbagliato? Ciò detto, anche noi abbiamo tenuto desta un’attenzione critica perché Expo non si risolvesse esclusivamente in una spettacolare rassegna culinaria, dimenticando l’impegno delle nazioni per debellare la fame nel mondo e permettere ai poveri l’accesso al cibo con più facilità e giustizia. Assieme ad Avvenire e alla Curia milanese abbiamo prodotto cinque “speciali” di una nuova testata, NoiExpo, totalmente dedicati a questo tema. Per non dire delle decine e decine di articoli e servizi sul nostro sito fami gliacristiana.it a riprova che non ci siamo messi le fette di salame sugli occhi. Sulla Carta di Milano abbiamo titolato che è stata “un’occasione persa”.

 
 
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