Se l’amministrazione leghista di Biella non ci ha fatto sicuramente una bella figura, Ezio Greggio, suo malgrado tirato dentro questa storia pasticciata e di dubbio gusto, ne è uscito alla grande. Perchè è una persona seria. La scorsa settimana l’amministrazione di Biella, capitanata dal sindaco Claudio Corradino, aveva rifiutato di conferire la cittadinanza onoraria, come da a mozione di due liste civiche e accolta favorevolmente dal Pd e Movimento 5 stelle, a Liliana Segre, senatrice a vita sopravvissuta ad Auschwitz e bersaglio dei giorni scorsi di una serie di minacce razziste per il suo essere ebrea e testimone della Shoah, tanto che le è stata assegnata una scorta. La motivazione era stata risibile: l’attenzione su Liliana Segre era strumentale, e i fatti che la riguardano, parole dello stesso sindaco, risalgono a 70 anni fa.
E pochi giorni dopo, con un tempismo incredibile, la stessa amministrazione ha proposto la cittadinanza onoraria al noto personaggio televisivo e attore Ezio Greggio, nativo di Cossato in provincia di Biella. Questa la motivazione addotta dal Comune: « Per la popolarità televisiva come conduttore, giornalista, attore e regista; per il suo costante impegno con l’associazione dedicata ai bambini prematuri; per aver contribuito a diffondere in Italia e nel mondo il nome di Biella». Ma Ezio Greggio, mettendo da parte l’inevitabile lusinga che una simile onorificenza poteva esercitare su di lui, ha rifiutato. E lo ha fatto in nome della storia della sua famiglia oltreché per la stima e la solidarietà a Liliana Segre. Suo padre Nereo (scomparso nel 2018 all’età di 95 anni), preso prigioniero durante la seconda guerra mondiale durante la campagna di Grecia, fu internato in un campo di concentramento tedesco per tre anni. un esperienza che rievocata dal papà ha fatto parte del bagaglio culturale e di valori di Ezio Greggio che così ha motivato il suo rifiuto: «Il mio rispetto nei confronti della senatrice Liliana Segre, per tutto ciò che rappresenta, per la storia, i ricordi e il valore della memoria, mi spingono a fare un passo indietro e non poter accettare questa onorificenza che il Comune di Biella aveva pensato per me. Non è una scelta contro nessuno, ma una scelta a favore di qualcuno, anche per coerenza e rispetto a quelli che sono i miei valori, la storia della mia famiglia e a mio padre che ha trascorso diversi anni nei campi di concentramento».
E noi di Famiglia cristiana pensiamo che sia stata una scelta davvero onorevole, coraggiosa e leale, che dà la misura dell’autenticità del grande uomo, dietro la maschera del grande comico.