Nel 2011 in Italia si sono registrati ben 11.707
fallimenti, il 4% in più rispetto all’anno precedente, quando si erano
contati 11.289 casi, e oltre il 25% in più rispetto al 2009. La crisi
economica due anni fa già aveva cominciato a mietere vittime, ma il
peggioramento è evidente. In particolare, nel quarto trimestre 2011 i
fallimenti sono stati 3.313, un crescita rispettivamente a mesi precedenti, quando
erano stati rispettivamente
2.908 (a fine marzo), 3.301 (a fine giugno) e 2.185 (a fine settembre).
Dall’analisi dei fallimenti in Italia
realizzata da Cribis D&B, società del Gruppo CRIF, emerge che la maggior
parte dei fallimenti in Italia ha coinvolto realtà della Lombardia, dove
del resto è concentrata una grossa fetta delle imprese
italiane: da gennaio a dicembre 2011 sono state 2.613 le procedure
concorsuali rilevate in questa regione. Seguono, con meno della metà di
casi, Lazio e Veneto rispettivamente con 1.215 e 1.122 casi. Più distanti
Campania (1008), Emilia Romagna (899), Toscana (857), Piemonte (843) e Sicilia (601).
I settori maggiormente in difficoltà sono
quelli dell’edilizia e del commercio. Il più colpito è risultato essere il comparto della “costruzione di
edifici” (1.378), seguito da commercio all'ingrosso di beni durevoli (917),
installatori (916), servizi commerciali (702), commercio all'ingrosso di beni
non durevoli (650). Secondo l’analisi, nel 2011
un numero elevato di fallimenti ha coinvolto anche imprese del settore
immobiliare (479 casi), dell'industria manufatti in metalli (459), dei trasporti e servizi merci su gomma (451), ma
anche ristoranti e bar (446).