Le famiglie sono sul piede di guerra. Pronte a marciare su Roma. E accerchiare i Palazzi del potere con figli e carrozzine. Un nuovo Family Day. Per chiedere conto delle tante promesse non mantenute. E del milione di firme raccolte. Ma, questa volta, per i politici è consigliato evitare la passerella. La pazienza ha superato ogni limite. Ai danni di una fallimentare politica familiare (da sempre, con tutti i Governi), ora si sono aggiunte le beffe. Nonostante il sottosegretario Gianni Letta, non più tardi del 15 giugno scorso, si fosse premurato di far sapere che «un consistente “pacchetto” di disposizioni in favore delle famiglie numerose potrebbe essere incluso nella manovra». Se c’è ancora un sottosegretario alla Famiglia, batta un colpo. Il Piano presentato al Consiglio dei ministri non basta, se è solo sulla carta. Altrimenti, dia quelle dimissioni più volte annunciate e mai arrivate.
È giusto, allora, dare la parola al presidente delle Famiglie numerose, Mario Sberna, che esprime la “rabbia” di tanti associati.
«Con l’approvazione al Senato e la fiducia alla Camera», scrive, «la manovra vacanziera, partorita e approvata in poche ore, arriva a conclusione. Sono ormai annoverati nel trapassato remoto sia il Family Day che le promesse elettorali, che assumono sempre più l’aspetto di invereconde menzogne. Senza tema di smentita, si può affermare che questo Governo ha fallito miseramente sul fronte a noi più caro. E più caro al Paese: la famiglia. Tra festini veri o presunti e allegre mangiate, tra costi della politica sempre più alti e poltrone sempre più morbide, sono passati anni preziosi nei quali, correndo dietro per mesi a leggine che a noi non servono (ma che tanto sembrano fatte ad personam) e fantomatici federalismi e falò, il debito pubblico è aumentato, migliaia di posti di lavoro persi, impoverito ancora di più imprese e famiglie, aumentato le tasse e le imposte, ridotto i servizi, precarizzato i giovani, denigrate le donne, gettato nella disperazione centinaia di migliaia di persone.
«L’annunciato taglio lineare (l’ennesimo, perciò iniquo e dannoso) partorito dal ministro Tremonti, pari al 5 per cento nel 2013 e al 20 per cento (!) nel 2014, aumenterà ancora di più povertà e disperazione. Soprattutto a chi ha investito nel futuro del Paese: le famiglie numerose. Si taglieranno le detrazioni e deduzioni inserite nella denuncia dei redditi (farmaci, mutui, spese mediche e scolastiche), dopo i tagli già partoriti.
«Non si taglierà nulla a politici e affini, che continueranno a lavorare poco e guadagnare troppo. Come un ministro, che di professione faceva il commercialista, non capisca i danni che provoca proprio a chi è nel maggior bisogno, è un caso serio. Come si riesca a togliere nulla a chi ha già tanto, è un caso altrettanto serio. Adesso basta! Le famiglie numerose italiane non ne possono più.
«Abbiamo investito nell’unico futuro possibileper questo Paese: i figli. E questo futuro, il bene più prezioso per la nazione, viene violentemente impoverito, abbandonato, umiliato. Come rinnovare immediatamente la classe politica e lasciarsi alle spalle questo ventennio e tutti i suoi pessimi protagonisti, è l’unico caso da prendere, seriamente, inconsiderazione».