Il cardinale Angelo Scola durante la Messa per i cento anni della Famiglia Paolina celebrata nella parrochia di San Pietro in Sala.
Cita il beato don Giacomo Alberione per dire che la nuova evangelizzazione non è una «questione astratta» e che l’intuizione del Fondatore della famiglia Paolina è ancora attuale per andare incontro all’umano utilizzando tutti i mezzi a disposizione, a cominciare dai mass media, e provare a ridire la ragione della speranza cristiana. L’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, celebra la Messa solenne in occasione del centenario dei Paolini e i 90 anni della parrocchia di San Pietro in Sala in piazza Wagner a Milano.
«Tutta la vita umana», dice Scola citando don Alberione, «deve essere coinvolta nella vita di fede: nessuno e nulla deve restarne escluso». Ecco, quindi, che la potenza di fede e l’incontro personale con Gesù, spiega l’arcivescovo, sono le due forze da cui si sprigiona ogni sforzo: «È importante ad esempio», spiega, «che ci sia una rivista che si chiami Famiglia Cristiana, che sappia mostrare l’umanissima esperienza di come si vive la fede in famiglia anche oggi». Poi aggiunge: «Oggi più che mai, in un tempo di crisi, è importante che la famiglia paolina resti fedele all’intuizione e all’insegnamento del suo Fondatore».
A celebrare l’eucaristia con l’arcivescovo numerosi sacerdoti paolini, don Sante Sabbatucci, amministratore dell'Editoriale San Paolo, don Rosario Uccellatore, direttore generale, don Giusto Truglia, don Vito Fracchiolla, superiore della Comunità di Milano, insieme al parroco don Sante Torretta e a don Antonio Mazzi. Scola prende spunto dalla domanda che Gesù rivolge ai suoi discepoli nel Vangelo: «Ma voi chi dite che io sia?» per dire che «questa domanda di Gesù non conduce alla chiusura ma a percorrete tutte le vie dell’umano con un amore capace di oblazione, di offerta, di cui è ricca la nostra Chiesa ambrosiana, la stessa società civile di Milano a cominciare proprio dalla famiglia paolina che qui svolge il suo ministero».
Un momento della celebrazione in San Pietro in Sala
Infine, il cardinale ha sottolineato il «senso bello di unione che
emerge da questa eucaristia» invitando a riflettere su cosa significa
«vivere nella comunione». Spesso, ha ricordato Scola, della comunione
«trascuriamo la dimensione verticale» e di fronte a liti, dissidi,
divisioni tra di noi non ci chiediamo se «siamo veramente coinvolti nel
Dio incarnato che è la fonte di ogni comunione».
Il cardinale ha invitato, infine, a «fare nostro» il dialogo tra
Pietro e Gesù proposto dal vangelo di Matteo: «Ciò che resta decisivo è
come ognuno di noi si rapporta al Signore», ha detto, «chiediamoci se
la risposta di Pietro, ‘Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente’ è
anche la nostra, oggi».
Alla fine della Messa, don Fracchiolla
ringrazia, a nome della Famiglia Paolina, l’Arcivescovo e la
parrocchia «in cui più che ospiti siamo di famiglia». Ancora il
ricordo è per il beato Alberione «consapevole di affidarci una
grande responsabilità verso la Chiesa e il mondo intero. I cento
anni della Famiglia Paolina ci ripropongono questa responsabilità a
essere bene inseriti nella Chiesa locale, in quella universale e
nella società: fedeli nell’unità, come ci raccomandava Paolo VI
ricevendoci il 27 dicembre 1974».