Philadelphia, domenica 27 settembre 2015. La Messa che ha concluso l'ottavo Incontro mondiale delle famiglie. Tutte le fotografie di questo servizio sono dell'agenzia Reuters.
Philadelphia, Usa
Dal nostro inviato
La celebrazione eucaristica che ha concluso le giornate di Philadelphia davanti a un milione di persone ha confermato la grande attenzione di papa Francesco per la famiglia, e soprattutto per il suo essere un insostituibile laboratorio di amore (una “fabbrica”, ha detto sabato): un Amore grande, a dire il vero, con la A mauiscola, quello che viene da Dio, quello che chiede la pace anche a livello mondiale, quello che gli sposi si promettono.
Ma soprattutto – e questo è proprio il “colore specifico” di Papa Francesco – «l’amore si costruisce sulle piccole cose», sulle piccole attenzioni della vita quotidiana, sulla cura dell’altro nel giorno per giorno. Proprio dalle piccole cose si apprende poi un amore più grande, capace di aprire le proprie porte agli altri, capace anche di sfidare il mondo. Sono le parole della famiglia di Papa Francesco, “prego, grazia, scusa”, così come è la costante esortazione a “se avete litigato, non chiudete la giornata senza aver fatto pace”. Se la famiglia sperimenta questo amore, a partire dalle piccole cose, allora diventa capace di essere “miracolo e profezia” d’amore anche nelle grandi cose, anche per il mondo intero.
E' stato prodigo di esempi, Jorge Mario Bergoglio. «La felicità, la santità è sempre legata ai piccoli gesti», ha affermato. Per poi proseguire citadno il vangelo di Marco: «"Chiunque vi
darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome – dice Gesù – non perderà la sua ricompensa" (Mc 9,41). Sono gesti
minimi, che uno impara a casa; gesti di famiglia che si perdono
nell’anonimato della quotidianità, ma che rendono ogni giorno diverso
dall’altro. Sono gesti di madre, di nonna, di padre, di nonno, di
figlio, di fratello. Sono gesti di tenerezza, di affetto, di
compassione. Gesti come il piatto caldo di chi aspetta a cenare, come la
prima colazione presto di chi sa accompagnare nell’alzarsi all’alba.
Sono gesti familiari. E’ la benedizione prima di dormire e l’abbraccio
al ritorno da una lunga giornata di lavoro. L’amore si esprime in
piccole cose, nell’attenzione ai dettagli di ogni giorno che fanno sì
che la vita abbia sempre sapore di casa. La fede cresce quando è vissuta
e plasmata dall’amore. Perciò le nostre famiglie, le nostre case sono
autentiche Chiese domestiche: sono il luogo adatto in cui la fede
diventa vita e la vita cresce nella fede».
«La nostra missione è l’amore», era lo slogan di queste giornate. Solo così l’amore generato dalla famiglia diventa una “sfida per tutta la famiglia umana”, perché divenga capace di generare una società dell’amore, e uno sviluppo sostenibile e integrale. Non è certo un mandato da poco questa responsabilità, che papa Francesco ha affidato a tutte le famiglie presenti. Così, la conclusione di queste giornate è da subito l’inizio di una missione, di una evangelizzazione che non significa proselitismo o conquista di rilevanza sociale e politica, ma che si traduce in una presenza concreta di umanità nuova, che è capace di rendere il mondo più umano. Per tutti.
Infine, l'annunico: il prossimo Incontro mondiale delle famiglie, si terrà nel 2018 a Dublino, in Irlanda.
* Francesco Belletti è il direttore del Cisf (Centro internazionale
studi famiglia) e presidente del Forum delle associazioni familiari