“Oggi la famiglia è costretta a fare i
salti mortali per comporre le tessere di un puzzle che non combaciano
mai”. Lo ha detto Elisabetta Carrà, docente di sociologia dei processi
culturali e comunicativi all’Università Cattolica di Milano, che ha
aperto il pomeriggio di “plenaria” al Teatro Regio di Torino.
“Considerare l’individuo come una persona è un paradosso per la società
odierna”, ha affermato la relatrice, secondo la quale spesso “anche la
Chiesa è ancora molto legata a una visione di famiglia in cui è facile
trovare l’integrazione tra diversi percorsi”. Nelle nostre comunità
ecclesiali, secondo Carrà, a livello pastorale “si continua a
preoccuparsi degli individui, frammentando gli interventi in tanti
rivoli”. “Accanto alla strenua difesa dei valori - ha osservato - nella
Chiesa manca ancora una reale capacità di fare delle famiglie l’elemento
trainante in tutti gli interventi pastorali”. “Le famiglie - ha
concluso - dimostrano la vitalità della società civile che va nella
direzione di un welfare sussidiario”.
Stamane si sono riuniti gli otto gruppi di lavoro. Si ragiona su diversi aspetti, dalla missione educativa della famiglia all'alleanza con la scuola, dal difficile rapporto con il mondo del lavoro alla pressione fiscale che rischia di soffocare le famiglie ai problemi legati all'eclissi del welfare, dalla faticosa ma indispensabile e meritoria costruzione di una società multirazziale, multiculturale e multireligiosa a ciò che significa abitare la città. Domani le conclusioni affidate ai coordinatori delle otto sessioni tematiche, al sociologo Luca Diotallevi e all'arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio, presidente del Comitato sicentifico e organizzatore delle Settimane sociali.