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lunedì 16 settembre 2024
 
 

Fare di più per l'Italia

14/10/2010  Alla Settimana sociale lungo messaggio del Papa: vita, famiglia e immigrazione. Il card. Bagnasco insiste sui politici cattolici. Il cristianesimo non ostacola la democrazia.

“Assumersi le proprie responsabilità”, senza “delegare la ricerca di soluzioni soltanto alle pubbliche autorità”. Lo chiede il Papa ai cattolici italiani riuniti a Reggio Calabria per la Settimana sociale sui temi della difesa della vita, della famiglia, ma anche dell’ambiente e della pace. Benedetto XVI in un lungo messaggio, una sorta di relazione introduttiva alla Settimana, letta dall’ ambasciatore della Santa Sede in Italia il nunzio apostolico Giuseppe Bertello, ha sottolinato anche la necessità di ricercare “strategie e  regole che favoriscano l’inclusione” degli immigrati: “Ai nostri giorni il fenomeno ha assunto proporzioni imponenti superata la fase dell’emergenza, nella quale la Chiesa si è spesa con generosità per la prima accoglienza”. Benedetto XVI ha rilevato che bisogna “passare a una seconda fase, che individui, nel pieno rispetto della legalità, i termini dell’integrazione”. Secondo il Pontefice “ai credenti, come pure a tutti gli uomini di buona volontà, è chiesto di fare tutto il possibile per debellare quelle situazioni di ingiustizia, di miseria e di conflitto che costringono tanti uomini a intraprendere la via dell'esodo, promuovendo nel contempo le condizioni di un inserimento nelle nostre terre di quanti intendono, con il loro lavoro e il patrimonio della loro tradizione, contribuire alla costruzione di una società migliore di quella che hanno lasciato”.

La Settimana è stata poi aperta dalla prolusione del cardinale Angelo Bagnasco presidente della Cei. Ha istitito di nuovo sulla nascita di una nuova generazione di politici cattolici e ciò, ha spiegato, non vuol suonare come una parola di disistima o peggio per tutti coloro, e non sono pochi, che si dedicano con serietà competenza e sacrificio alla politica diretta, forma alta e necessaria di servire gli altri”. Parlando di fronte a diversi politici, tutti dell’opposizione ( tra gli altri Casini, Rutelli, Rosy Bindi), ad eccezione del sottosegratario alla famiglia Carlo Giovanardi, il cardinale ha chiesto di “non scoraggiarsi mai, a non aver timore di apparire voci isolate”. Quindi ha osservato che “aspettarsi che i cattolici si limitino al servizio della carità perche' questa e' un fronte che raccoglie consensi e facili intese, chiedendo invece l'afasia convinta o tattica su altri versanti ritenuti divisivi e quindi inopportuni, significherebbe tradire il Vangelo e quindi Dio e l'uomo''. Ha poi ripetuto che“in Europa non e' il cristianesimo che ostacola il progresso, la democrazia, la pace; piuttosto sono le gravi incoerenze con la fede all'origine di distorsioni che in apparenza promuovono ogni liberta''. E citando le parole del Papa ha aggiunto che tali “distorsioni'' non assicurano il ''diritto a vivere non in una giungla di liberta' autodistruttive ed arbitrarie, ma in una societa' che lavora per il vero benessere dei suoi cittadini, offrendo loro guida e protezione di fronte alle loro debolezze e fragilità”.

 
 
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