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domenica 28 maggio 2023
 
 

Fare il pane per costruire un futuro

04/04/2016  L’iniziativa, denominata “Just Bread”, ha già ottenuto un significativo successo: si tratta di corsi di panificazione per donne immigrate che hanno già ottenuto asilo nel Regno Unito. Si impara un mestiere, ma si perfeziona anche la lingua, e soprattutto ci si integra.

Imparare a cuocere il pane per trovare serenità e una prospettiva per il futuro. È la sfida dei corsi che il Refugee Council di Londra sta tenendo per le donne che hanno ottenuto asilo in Gran Bretagna. L’iniziativa si intitola “Just Bread” e ha già ottenuto un significativo successo.

I primi tre corsi, della durata di dieci settimane, hanno permesso a decine di donne di trovare un lavoro e soprattutto di riscoprire il senso di appartenenza e il senso di comunità.
Di questi tempi arrivare in Gran Bretagna come profugo, in fuga da guerra e violenze, non è semplice. Mentre si attende di ricevere asilo non si può lavorare, quindi i rifugiati, specialmente se donne, soffrono perché rimangono a casa, isolate, senza guadagnare nulla, senza costruire alcuna carriera. 

La scuola di panificazione Just Bread di Londra per donne rifugiate. In copertina: l'equipe dei formatori con alcune delle corsiste.
La scuola di panificazione Just Bread di Londra per donne rifugiate. In copertina: l'equipe dei formatori con alcune delle corsiste.

Il corso si tiene nella cucina di un ristorante della zona di Londra est. Dura dieci settimane e si rivolge a donne disoccupate che arrivano da Paesi come Afganistan, Pakistan, Sri Lanka, Eritrea, Arabia. All’inizio le allieve sono timide, poi, settimana dopo settimana, si rilassano e intessono amicizie. Il pane che preparano viene venduto nei mercati locali e il ricavato serve a finanziare il progetto, che viene promosso in modo volontario, attraverso fondi e donazioni e senza aiuto pubblico o governativo. Per le donne questo aspetto non è secondario. Si sentono utili, capiscono che il loro lavoro ripaga le lezioni, scoprono di avere delle potenzialità. Molte di loro in patria avevano istruzione e preparazione, ma all’estero non riescono a far valere le competenze acquisite e la professionalità. Quindi ripiegano su cose più basilari, come il pane e la cucina. Qualcuna delle studentesse dei vecchi corsi ha già trovato lavoro, altre progettano di mettersi insieme e creare un piccolo forno. Sogni che potrebbero diventare realtà e trasformare la loro vita. 

Il corso, però, ha anche un obiettivo di socializzazione e di collegamento. E poi serve per permettere a queste donne, che conoscono poco la lingua, di far pratica con l’inglese senza dover spendere troppi soldi  - che non ci sono - in corsi e lezioni. Insomma, un’occasione di incontro, di condivisione e di formazione. I primi tre corsi hanno avuto grandi consensi e a gennaio è iniziato il quarto. Ma la prospettiva di Refugee Council è di continuare a promuoverli. Aggiungendo a questo progetto anche altre iniziative dello stesso tenore. L’organizzazione non profit ha come obbiettivo quello di sostenere a vario titolo i rifugiati che arrivano nel Regno Unto. Da una parte si comperano abiti e suppellettili per le famiglie e i bambini dall’altra si cerca di fornire pasti caldi e vivande a chi fatica a procurarseli da solo. Il terzo elemento, quello nuovo e più stimolante, è la promozione di occasioni di formazione. Perché da sempre l’associazione cerca di aiutare i profughi a trovare un lavoro, ma solo di recente ha pensato alle donne e alla loro preparazione. Facendo riferimento a una cosa antica come il pane, presente in ogni cultura e, in questo caso più che mai, elemento che collega la tradizione e la nuova vita.

 
 
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