Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 07 settembre 2024
 
SCUOLA
 

Fare l’insegnante è una missione. Riconosciamolo!

27/07/2016  La lettera di uno studente sottolinea l'importanza del ruolo di chi insegna. Ma non tutti sono in grado di comprenderlo. La nostra esperta ricorda che troppo spesso viene negata alla professione il riconoscimento sia sociale sia economico che merita.

Sono uno studente di 18 anni che, a breve, sosterrà gli esami di maturità. Le scrivo perché mi sono sentito offeso dalla lettera di Carmen, pubblicata sul n.24 di FC, in cui da insegnante spiegava come non fosse logico un allungamento del calendario scolastico, oltretutto in presenza di studenti sempre più maleducati. Forse si è dimenticata che quello del professore non è un lavoro. Quale responsabilità maggiore esiste di formare ed educare nuove anime/menti? Una persona che si spaccia come insegnante stando dietro la cattedra, ma che poi non pensi ai suoi alunni come fragili anime che vanno coltivate tramite la conoscenza, il dialogo e il supporto nelle difficoltà della vita, difficilmente può ricoprire quel ruolo. Se i ragazzi non stanno attenti è perché qualche insegnante ha fermato la loro curiosità, non è stato capace di confondersi con loro e recuperarli dedicando tempo. Gli insegnanti non compiono più il loro lavoro perché è faticoso!

ANDREA M., UNO STUDENTE STANCO DI COME VA IL MONDO

Caro Andrea, è stato bello, stimolante e anche un po’ faticoso leggere il tuo sfogo. Faticoso non perché da insegnante non abbia più voglia 
di lavorare come tu scrivi, ma perché lo è riuscire in poche righe a riflettere con te su un tema così vasto. Nelle tue parole di studente che sta terminando il suo percorso scolastico si nasconde una grande verità e un riconoscimento: la centralità della scuola nella vita dei ragazzi. Come sarebbe importante che lo fosse per un intero Paese e forse chi si occupa di politiche dell’istruzione se ne dovrebbe ricordare. Hai ragione, quale grande responsabilità esiste nel formare ed educare e quanto tempo, pazienza e disponibilità d’animo richiede. Ma non credo che basterebbe il cambiamento del calendario scolastico a rendere meno profonda la distanza tra insegnanti e alunni che la tua lettera, e quella di Carmen, evidenziano. Ridare dignità alle persone qualsiasi sia il loro ruolo è il punto di partenza. Perché, 
se è vero che il lavoro dell’insegnante non va inteso nel senso più letterale del termine, troppo spesso viene negata a questa nostra professione il riconoscimento sia sociale sia economico che le spetterebbe. Se poi vogliamo entrare nel dettaglio delle nostre ferie, sono quelle di qualsiasi dipendente pubblico che però, per forza di cose, vengono concentrate in estate. Io e molti altri colleghi, chi per esami, chi per programmare il prossimo anno scolastico, siamo tutti i giorni a scuola, non in classe dietro a una cattedra ma ci siamo. Buona vita e buon futuro, caro Andrea, perché tu più di me e di Carmen sarai il mondo di domani.

I vostri commenti
15

Stai visualizzando  dei 15 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo