Circa venti anni fa, in una casa di Palermo, un bambino di 4-5 anni, di nome Andrea, vuole fare l’albero di Natale. È quasi l’8 dicembre, gli addobbi sono pronti e nell’aria si respira già l’aria natalizia. Diego e Maria Teresa, i genitori di Andrea, sono musicisti. Lui suona il violino e lei il pianoforte. Nel salotto di casa provano la Sonata di Ottorino Respighi per violino e pianoforte in vista di un concerto. Andrea protesta: “Quando facciamo l’albero di Natale?”. “Finiamo la prova e poi lo facciamo”, rispondono i genitori. Andrea sbuffa e si accuccia sul divano ad ascoltare la fine della prova. Quando Diego e Maria Teresa hanno finito di suonare, dicono ad Andrea che ora sono pronti per addobbare l’albero, ma Andrea li blocca: “No no, aspettiamo, suonatela ancora”. Così i genitori fanno il bis della Sonata, mentre Andrea si ferma ad ascoltare seduto sotto il pianoforte.
“Questo è il mio primo ricordo musicale”, confida Andrea Obiso, 25 anni, palermitano, violinista. A gennaio Obiso è stato selezionato per il ruolo di primo violino dall’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, una delle migliori del panorama musicale internazionale, con un'intensa attività concertistiica (a Roma e in tournée) e discografica. Ambivano a quel posto una ottantina di violinisti provenienti da ogni parte del mondo, ma alla fine è stato scelto Andrea. Ora Obiso si alternerà nel ruolo di primo violino insieme a Carlo Maria Parazzoli come leader di un’orchestra formidabile formata da 99 musicisti (70 uomini, 29 donne) in cui l’età media è di 49 anni. L’Orchestra è guidata da Antonio Pappano, dal 2005 direttore musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Figlio di musicisti, Andrea Obiso respira musica fin da bambino. “Il primo violino che ho preso in mano me lo regalò mio padre quando ero piccolissimo, per me fu poco più di un giocattolo”, racconta. “Le basi della mia preparazione le ho avute da mamma e papà, poi quando mi sono appassionato al violino ho cominciato a studiare al Conservatorio di Palermo, dove mi sono diplomato a 14 anni”.
Da allora la vita di Andrea Obiso si riempie di tanto studio e molteplici esperienze all’estero per concorsi e corsi di specializzazione. “Ho imparato moltissimo al Curtis Institute of Music di Filadelfia, dove ho superato la severa selezione d’ingresso quando avevo vent’anni. Posso dire di essere nato musicalmente proprio lì a Filadelfia, dove ho seguito anche corsi di contrappunto , composizione e direzione d’orchestra. Non voglio fare il compositore o il direttore d’orchestra, ma sono materie che mi aiutano a completare la mia preparazione, perché sono consapevole di non essere ancora un artista completo. Perciò continuerò a fare concorsi e concerti, anche da camera”.
Per Obiso aver conquistato la sedia del violinista che siede più vicino al podio del direttore “è un onore grandissimo, perché quella di Santa Cecilia è una grandissima orchestra di cui ho sempre ascoltato i concerti, anche quando, prima del maestro Pappano, erano direttori musicali Daniele Gatti e Chung. È una grande responsabilità e tutto i gruppo mi sta dando coraggio e un aiuto a crescere. Suoniamo strumenti diversi, ma parliamo la stessa lingua”.
Andrea ha una fratello di 17 anni, Riccardo, anche lui violinista. “Andrea è veramente bravo e sta facendo dei processi incredibili negli ultimi tempi , non vedo l’ora che cominci a fare qualche viaggetto per suonare all’estero”. Sull’importanza di studiare musica, Andrea Obiso dice parole molto belle: “Studiare musica significa soprattutto imparare ad ascoltare, una qualità necessaria non solo ai musicisti, ma anche in famiglia e in tutte le professioni. Credo sia la cosa più importante che i genitori devono insegnare ai loro figli. Un bambino che impara ad ascoltare gli altri saprà ascoltare meglio anche sé stesso, e questo lo aiuterà a decidere meglio nei momenti più importanti della sua vita”.
Andrea Obiso è un ragazzo molto simpatico, senza l’aria del nerd tutto ripiegato sul suo strumento. Sorride tanto, è molto gentile e riempie la sua vita di tante altre cose. “Sì’, adoro andare a pescare con i miei amici di Palermo, mi piace il ping pong, che ho praticato con buoni risultati anche a livello regionale, mi appassiona il calcio, anche se non amo la ferocia con il quale è seguito da un certo tifo. Poi ascolto anche la musica che non suono, il jazz, quella elettronica, e mi piacciono cantanti come Tosca e Raphael Gualazzi. Sanremo? Sì, lo guardo, ma da lontano”.