La canonizzazione dei due pastorelli di Fatima, già beatificati da Giovanni Paolo II nel 2000, sarà l’evento centrale del pellegrinaggio nel santuario portoghese che Francesco compirà il 12 e 13 maggio prossimi. Con questa cerimonia, Francisco e Jacinta Marto – che insieme con la cuginetta Lucia ebbero sei apparizioni della Madonna del Rosario esattamente cento anni fa, tra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917 – diventeranno i più giovani santi non martiri della storia della Chiesa.
Una santità, la loro, che però non è in diretta correlazione con la visione della Madonna, quanto piuttosto con l’intensa, seppur brevissima, esistenza trascorsa nel preciso desiderio di compiere la volontà di Dio, che la Vergine aveva esplicitato con il binomio «preghiera e sacrificio». Avevano infatti appena nove anni il bambino e sette la sorellina quando ebbero le apparizioni; e morirono, rispettivamente, soltanto due e tre anni dopo quella soprannaturale vicenda. Sufficienti però a far dichiarare alla Chiesa il pieno possesso delle virtù cristiane in grado eroico, corroborato dal sigillo divino dei miracoli.
Per la beatificazione, il caso approvato dalla Consulta medica riguardò la portoghese Maria Emilia Santos, affetta da tubercolosi ossea e paralizzata da 22 anni, che il 20 febbraio 1989 tornò completamente in salute. Si trattava della prima volta in cui un solo miracolo veniva attribuito a due venerabili non martiri «per la considerazione dell’unità delle loro vite», come spiegò il postulatore padre Paolo Molinari.
Protagonista della nuova straordinaria guarigione di cui sono stati riconosciuti intercessori i due pastorinhos è un bambino brasiliano, riguardo al quale non sono stati diffusi particolari per tutelarne la privacy, che a sei anni d’età, nel marzo del 2013, mentre stava giocando con la sorellina a casa del nonno, cadde da circa sette metri di altezza e riportò un trauma cranio- encefalico, con perdita di materia cerebrale, che lo ridusse in coma.
Trasportato d’urgenza in una struttura sanitaria poco attrezzata per la serietà del caso, fu sottoposto a un intervento chirurgico che per i medici aveva però scarse possibilità di successo: nel fortunato caso in cui fosse rimasto in vita, il suo destino sarebbe comunque stato segnato da gravi deficit. Dal momento dell’incidente, sia i familiari sia una comunità di suore di clausura avevano invocato i due piccoli beati e la loro fede venne corrisposta dall’improvviso risveglio del bambino in perfette condizioni, con la capacità di camminare autonomamente e l’assenza, verificata negli ultimi quattro anni, di danni neurologici o cognitivi.
È un viaggio-lampo di neanche ventiquattr’ore, quello di Francesco, che però dimostra quanto ci tenesse a essere di persona alla Cova da Iria in occasione del centenario, visto l’intenso periodo di celebrazioni e di viaggi che lo sta impegnando in questi mesi. Il Pontefice giungerà in Portogallo alle 16.20 del 12 maggio e visiterà la Cappellina delle apparizioni alle 18.15, con la benedizione delle candele e la recita del Rosario alle 21.30, mentre il 13 celebrerà alle 10 la Messa sul sagrato del santuario, per poi incontrare a pranzo i vescovi portoghesi e ripartire per il Vaticano alle 15.
Saranno trascorsi esattamente sette anni dal pellegrinaggio di Benedetto XVI, che il 13 maggio 2010 pronunciò nell’omelia l’inattesa e impegnativa affermazione «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa», e diciassette da quello di Giovanni Paolo II, che il 13 maggio 2000 fece annunziare la sorprendente decisione di rendere nota la terza parte del Segreto. Fra pochi giorni scopriremo se anche papa Bergoglio sta per riservarci un altro dei suoi memorabili colpi di scena.