Tra le proposte più qualificanti fatte ai candidati delle prossime elezioni politiche da parte del Forum delle Associazioni familiari nella "Piattaforma" lanciata sabato 19 gennaio vi è sicuramente quella del "Fattore famiglia". «Si tratta d’individuare una specie di “no tax area familiare” che cresca secondo il numero di persone di quella famiglia», ha spiegato Francesco Belletti nell’ampio dossier centrale di Famiglia Cristiana pubblicato nel dicembre 2010 (per leggerlo clicca qui). «Il Fattore famiglia non fa altro che rispettare il criterio dell’articolo 53 della Costituzione che recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. La capacità contributiva dipende dal reddito disponibile, cioè “pesato” secondo i carichi familiari. È evidente che più persone sono a carico, minore è la capacità contributiva. Se non si riconosce questo, si perpetua una grande ingiustizia e si continua col solito sistema delle promesse elettorali non mantenute», rincarò allora Belletti.
Il Fattore famiglia, in sostanza, significa che una quota di reddito non deve essere tassabile perché è necessaria per condurre una vita dignitosa da parte del nucleo familiare. Una quota che, evidentemente aumenta quante più persone – e quindi figli – ci sono in famiglia. Il meccanismo, in sostanza, individua un minimo di reddito non tassabile pari alla soglia della povertà relativa determinata dall’Istat annualmente. Ciascuno, cliccando qui, può calcolare attraverso una simulazione il proprio specifico carico fiscale se la proposta del Forum dovesse essere accettata. Quella del Fattore famiglia è una proposta datata ormai di due anni, che, discussa alla Conferenza sulla Famiglia di Milano nel novembre 2010, suscitò parecchio interesse anche fra i media. Ma tutto si fermò lì.
Ora la sfida viene rilanciata: quanti candidati l’appoggeranno esplicitamente nella loro campagna elettorale?