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venerdì 25 aprile 2025
 
il ricordo
 

Fausto Colombo, un filosofo e un archeologo dei media

15/01/2025  Da questo sguardo la convinzione che la cultura popolare sia gradualmente divenuta (a partire dall’Ottocento a oggi) cultura mediale e che essa costituisce una riserva di conoscenze, immagini e valori capace di alimentare e dirigere con estrema potenza la vita sociale, politica e morale di un Paese – e in particolare del nostro Paese (di Ruggero Eugeni)

di Ruggero Eugeni
docente di Semiotica dei media, direttore del Dipartimento di Comunicazione e Spettacolo e direttore del Master in Media Relations presso Almed

Fausto Colombo, morto a soli 70 anni lo scorso 14 gennaio è stato un sociologo dei media che ha lavorato prevalentemente all’interno dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove ha anche ricoperto le cariche di prorettore e di direttore del Dipartimento di Scienze della comunicazione e dello spettacolo. Molteplici le sue docenze internazionali, soprattutto in Francia: il professor Colombo faceva parte della prestigiosa Academia Europaea, un organismo per la promozione della ricerca internazionale.

Queste molteplici attività non avevano tuttavia mai distolto Colombo dalle due preoccupazioni centrali della sua vita: l’insegnamento e la ricerca. Gli studenti che lo ricordano con affetto e ammirazione sono centinaia, come pure sono molti i ricercatori di differenti generazioni che sono starti da lui formati e oggi lavorano presso diversi atenei italiani e stranieri. A loro soprattutto il professore aveva dedicato una lezione magistrale che, già malato, aveva voluto offrire nell’Aula Magna della Cattolica lo scorso 13 novembre (è che è visibile online http://vimeo.com/1046783176).

Ruggero Eugeni
Ruggero Eugeni

La lezione verteva sul tema centrale della ricerca del professor Colombo: la cultura popolare e le sue declinazioni all’interno dei media. Per capire meglio le ragioni e l’articolazione di questo interesse occorre precisare che la dizione “sociologo dei media” con cui ho esordito è parziale: Fausto Colombo è stato anche un “filosofo” e un “archeologo” dei media. “Filosofo” perché convinto che i media vadano studiati in una prospettiva teorica di ampio respiro: per esempio i suoi primi lavori sugli archivi memoriali e sulla virtualità utilizzano ampiamente strumenti filosofici, linguistici e semiotici. “Archeologo” nel senso del filosofo francese Michel Foucault, secondo il quale gli oggetti vanno letti in una prospettiva storica che non dimentichi mai l’ancoramento al presente.

Nasce da questo sguardo molteplice la convinzione che la cultura popolare è gradualmente divenuta (a partire dall’Ottocento a oggi) cultura mediale; e che essa costituisce una riserva di conoscenze, immagini e valori capace di alimentare e dirigere con estrema potenza la vita sociale, politica e morale di un Paese – e in particolare del nostro Paese. Questo significa che lo studioso di media è chiamato ad assumere tre atteggiamenti di fondo. Anzitutto, non deve mai sottovalutare il ruolo dei media e dei loro immaginari nelle società; poi, occorre maturare uno sguardo ampio e non solo tecnico, capace di individuare le reti di relazioni tra i media e la vita sociale, civile e politica del nostro Paese; infine, occorre non dismettere uno sguardo etico capace di interrogarsi sulle responsabilità di chi produce immagini e messaggi – ma anche su quelle di chi li legge, li ascolta e li guarda.

In copertina, una foto Ansa di Fausto Colombo al Padiglione Ue di Expo 2015 per la giornata conclusiva del convegno Nutrire la memoria per nutrire le generazioni. Milano, 12 maggio 2015.

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