Due nomi, Ennio e Maria Rosaria, e una data, 3 luglio 1955. Incisi all'interno di una fede nuziale, saltata fuori dal gruzzolo di oggetti rubati da tre donne fermate dalla polizia. Quando i poliziotti del commissariato Salario Parioli, a Roma, tra i vari arnesi di scasso e la refurtiva, hanno trovato questo anello, modesto e semplicissimo, si sono resi conto di stringere tra le mani un bene dal valore sentimentale immenso.
Due nomi e una data lontana nel tempo: troppo poco per poter risalire ai proprietari e restituire loro l'anello. Impossibile consultare l'archivio telematico, per il quale c'è bisogno di dati più precisi. Era probabile che quella fede fosse stata appena rubata. Ma dove? A chi? Sarebbe stato più comodo aspettare che, magari, prima o poi qualcuno sporgesse denuncia. «Se ci fossimo arresi, la fede sarebbe andata a finire nel nostro ufficio reperti», spiega l'assistente capo del commissariato Edoardo Smiraglia, «insieme a una marea di oggetti che non sono mai stati reclamati dai legittimi proprietari»,
Invece, le cose sono andate diversamente. E a raccontarlo è Smiraglia stesso. «Abbiamo deciso di trovare i proprietari dell'anello. E la strada più rapida ci è sembrata quella di chiedere aiuto al Comune di Roma. Così, abbiamo contattato l'ufficio anagrafe matrimoniale e abbiamo spiegato la situazione e il motivo per il quale volevamo condurre quella ricerca». Il responsabile ha spiegato agli agenti che con quegli elementi a disposizione la ricerca sarebbe stata più lunga e complessa: sarebbe stato necessario andare a spulciare negli archivi cartacei, tra i libroni dell'anno 1955, un lavoro da certosini, come era usanza una volta, quando la tecnologia non era entrata nelle nostre vite. «Così gli impiegati dell'ufficio anagrafe hanno fatto, impiegando tempo e sacrificio anche fisico, perché avevano capito il valore simbolico di quella ricerca. Dopo un lavoro di cinque giorni è saltato fuori il 3 luglio 1955 e, in quel giorno, il matrimonio di due giovani, Maria Rosaria ed Ennio, nati nel 1927».
A quel punto gli agenti hanno recuperato i dati completi dei due coniugi, li hanno rintracciati, hanno scoperto che quei giovani sposi, oggi 87enni, sono ancora insieme. E il prossimo anno festeggiano 60 anni di matrimonio. «Abbiamo contattato il figlio, che è rimasto a bocca aperta: avrebbe dovuto sporgere lui la denuncia, ma ancora non l'aveva fatto. Non aveva parole per ringraziarci: la polizia era arrivata prima di lui».