È possibile prevenire la violenza di genere? Fare in modo che un ragazzo non sviluppi una capacità di esercitare violenza: fisica, sessuale, psicologica? Che una ragazza non diventi vittima quiescente di questi comportamenti? In famiglia si propongono modelli di relazione e di gestione dei conflitti.
Penso che un terreno di coltura della futura violenza sia quello in cui in famiglia si assiste a violenza psicologica dell’uomo verso la donna. Situazioni in cui il valore della moglie viene negato: “senza di me tu non sei niente”, “devi essere bella come voglio io”, “ma ti sei vista allo specchio?”, “senza un lavoro puoi dipendere solo da me”, “non voglio che esca così”, “non troverai nessun altro tranne me”.
Sono atteggiamenti (più che singole frasi) che segnalano la volontà di dominio del maschio in famiglia e che possono generare nei figli situazioni di predominio e di subordinazione. Questo rientra più in generale nell’educazione a gestire i conflitti. Più che altre competenze, questa si impara primariamente in famiglia. La capacità di parlarsi con rispetto reciproco quando si è in disaccordo, di evitare di affrontare situazioni per paura delle reazioni dell’altro/a, “di questa cosa con tuo padre/tua madre è meglio non parlare… non sai che cosa potrebbe accadere”, di cercare soluzioni creative che rispettino le esigenze di tutti e non siano compromessi che scontentano un po’ tutti…
Un secondo ambito è quello dell’educazione all’amore: sembra talvolta che i genitori si preoccupino solo dei rapporti sessuali precoci, e che nulla venga detto della qualità delle relazioni, della capacità di amare (da parte di entrambi i sessi), a partire dall’espressione dei propri sentimenti, sia l’affetto e l’attaccamento, sia la rabbia e la delusione.
Troppi maschi non sanno parlare di sé, delle proprie emozioni, e ciò può ingenerare più facilmente il passaggio all’atto violento come scarica emotiva quando ci si sente impotenti. E poi amare è una competenza difficile, altro che un sentimento! Capirlo significa prepararsi a riconoscere l’altro, a rispettare e valorizzare la sua alterità, e non ad appiattirla in nome dell’unione (che è altra cosa dalla simbiosi). A sapere mettersi nei panni dell’altro/a e anche imparare a perdonare superando posizioni di orgoglio vuoto. Penso che la vera educazione affettiva e sessuale sia soprattutto questa.